mercoledì 2 dicembre 2009

"Vinchese fuggiasco" di Celso Battaglia

Vinchese fuggiasco

Quei monti diletti
(1)Col pizzo per tetto
Rifugio t'an dato
Quand'eri braccato
Da estraneo invasore
Cui aiutò il traditore

Tedesco e Italiano
Si dieder la mano
Il vicin t'ha tradito
E il martirio hai subito.

Nascosto tra i monti
In grotte e per ponti
Nei boschi fuggisti e,
guai essere visti
dalla grande cozaglia
con fucile e mitraglia.

Spietata la caccia
di quella gentaccia
a spose fiorenti
coi bimbi piangenti;
Pietà non vi è stata
per vecchio o malato:
Di sangue assetati
Eran quei sciagurati
(2)Quel monco selvaggio
gli dava coraggio.

Uccisi e straziati
per odio e vendetta
Venduti al Tedesco
per calcolo infame,
quei corpi scempiati
poi furon bruciati

Ma, in tutte le valli
Rincorse la voce:
"A Vinca c'è stata
una strage feroce":
Ognuno sapeva,
lo Stato taceva.

Fu allor che il potere,
servile ed infetto,
dovette creare
la sporca bisogna
di ascondere i fatti
in armadi vergogna.

Che siano disfatti!
Giustizia sia fatta!
Quel giorno d'agosto
nell'agro di Vinca
non v'eran ribelli
ma solo fratelli!

E Vinca dei martiri,
tornata alla pace
ricorda i suoi morti:
che siano risorti,
che vivano eterno.
E siano dannati
i nemici all'inferno!

Celso Battaglia


(1) Il pizzo D'uccello è la vetta che sovrasta Vinca
(2) Walter Reder organizzò la strage di Vinca, San Terenzo e tutte quelle dell'appennino Tosco-Emiliano. Il braccio lo aveva perduto durante la campagna di Russia.

Tratta dal libro di Celso Battaglia, Vinca. La sua storia e il suo martirio, Felice Editore (San Giuliano Terme, Pisa), 2006, pp. 12-13.

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