venerdì 24 settembre 2010

Monte Sole, 1-2-3 ottobre 2010: Commemorazioni degli Eccidi di Monte Sole


Ricevo da Marzia Gigli della Scuola di Pace di Monte Sole:

gentilissimi,

siamo molto lieti di invitarvi alle iniziative organizzate in occasione del 66° Anniversario degli eccidi di Monte Sole.

Gli eventi sono numerosi e iniziano già il 1° ottobre 2010 a Bologna.

Proseguono il 2 e il 3 ottobre tra Marzabotto e Monte Sole: incontri con ricercatori,studiosi e giornalisti, conversazioni con alcuni dei superstiti degli eccidi, visite ad alcuni dei luoghi meno visitati della strage e altro ancora.

Da quest'anno le celebrazioni sono gemellate anche con il festival di Internazionale di Ferrara, insieme al quale è stata organizzata l'iniziativa del 2 ottobre. Sarà presente infatti, tra gli altri, Yaqub Ibrahimi, giornalista afgano, vincitore del Premio giornalistico Anna Politkovskaja 2010.

Tutti i dettagli delle iniziative sono nel programma che trovate sul sito www.montesole.org

sabato 18 settembre 2010

Passo del Giogo Scarperia - 18-19 sett. 2010: "Un Tuffo nella Storia: 1944-2010"


Il Comune di Scarperia e la Comunita’ Montana del Mugello
in collaborazione con:
- Associazione Gotica Toscana onlus

"Un Tuffo nella Storia: 1944 - 2010"
1° Museo vivo a cielo aperto, quinta edizione
Visita ricostruita al campo di battaglia del Passo del GIOGO nella II Guerra mondiale
con veicoli, carri, equipaggiamenti, tende, curiosità e soldati in movimento
www.goticatoscana.eu

Una guida dei luoghi della Seconda Guerra Mondiale in Italia edita in america


E' uscita la guida americana dei luoghi della Seconda Mondiale in Italia in lingua americana. L'autrice è Anne Leslie Saunders. Ricca di informazioni utili al turista.
Il testo del retro-copertina:
Italy is today one of the most popular tourist destinations in the world. As you walk through its lovely cities and countryside, it's hard to imagine that many areas suffered immense damage during the Second World War, when Allied and German armies battled from one end of Italy to the other. Reconstruction and development now conceal much of the devastation that occurred. However, the memory of the war is preserved throughout Italy in hundreds of museums, monuments, cemeteries, and former battlegrounds.
This comprehensive guidebook takes visitors to more then one hundred memorial sites, many of which honor the 60,000 Allied soldiers killed in combat and the 252,000 wounded or missing in action. Others pay trbute to Italians who participated in the Resistance or died in reprisal massacres and concentration camps. Included are:
Descriptions of sites in or near Cassino, Anzio, Rome, Florence, Lucca, Ortona, Rimini, Bologna, and Trieste
Historical summaries of the Italian campaign and preceding events
Notes about which sites offer tours in English
Directions by car
Maps and driving tips
Relevant websites
A list of convenient hotels


Anne gestisce anche il website Travel Guide Press con gli aggiornamenti e altre preziose informazioni.

mercoledì 15 settembre 2010

"Accanto alla tigre", incontro con Lorenzo Pavolini


La Tigre di Lorenzo Pavolini
pubblicata da Enzo Ciampi il giorno venerdì 3 settembre 2010 alle ore 17.40
“Accanto alla tigre” di Lorenzo Pavolini


Ci sono libri che, nel momento in cui compaiono sugli scaffali, tu sai che dovrai leggerli. Per me “Accanto alla tigre”, di Lorenzo Pavolini è stato uno di quei libri.
Il motivo, per quel che importa, possono intuirlo coloro che mi conoscono ed hanno letto “Mio cugino il fascista”. Non tanto perché la figura di Alessandro Pavolini compare sullo sfondo, in alcune scene, quanto perché il protagonista Alex è molto “pavoliniano”, nell’essere interprete di quel fascismo, nel suo modo di parlare e di pensare, ed anche nel modo di affrontare la morte.
A ciò si aggiunga il fatto che all’epoca, nel 2005 - attratto come sono dalle vite dei grandi perdenti - ero seriamente intenzionato a scrivere una biografia del gerarca morto a Dongo nell’aprile del 1945. Non un romanzo biografico o una biografia romanzata, bensì una “vera” biografia. Pur conoscendone una abbastanza recente (e poco convincente) di A.Petacco.
Per fortuna non l’ho fatto.
Non sapevo, confesso, che Lorenzo Pavolini fosse il nipote di Alessandro; e non potevo sapere che pochi anni dopo ne avrebbe scritto. Ma ora questo libro c’è, ed anche questa è una fortuna; perché l’Autore ha deciso, a un certo punto della sua vita, di guardare negli occhi la tigre che gli camminava accanto da sempre, la stessa che suo nonno aveva cavalcato fino in fondo.Fino all’ultimo giorno.

Alessandro Pavolini era la RSI. La impersonava più di Mussolini stesso, che dopo il 25 luglio aveva dichiarato la propria morte politica. Di questa vicenda, la storiografia ci aveva già detto molto. Pavolini era l’uomo che aveva condotto il caotico Congresso di Verona, nell’autunno del 1943, riaffermando la fedeltà all’alleato nazista, confermando lo status di nemico del popolo ebraico, legittimando la vendetta retroattiva nei confronti di chi aveva firmato l’Ordine del Giorno Grandi. Era l’uomo che aveva voluto e ottenuto con determinazione la fucilazione di Ciano, al quale doveva la sua carriera politica, assumendosi la responsabilità di non trasmettere a Mussolini le domande di grazia dei cinque giustiziandi. Era l’uomo che aveva voluto rimettere in divisa gli iscritti al partito, creando le Brigate nere, perfettamente conscio del fatto che la sconfitta era imminente, e che i tedeschi avrebbero riconosciuto ai repubblichini il compito di meri gendarmi delle retrovie, esecutori delle repressioni antipartigiane; forse consapevole anche che a guerra finita, ciò avrebbe comportato la condanna a morte di molti miliziani per il solo fatto di avere indossato quella divisa. Era l’uomo che aveva vagheggiato, negli ultimi giorni, l’estrema resistenza nel “Ridotto della Valtellina”, accanto alle ceneri di Dante. Era, infine, l’uomo catturato dai partigiani ferito e con le armi in pugno, unico nel gruppo fucilato sul lungolago di Dongo.
Questo era il Pavolini Alessandro nel suo consolidato clichè un po’ tetro, un po’ romantico, un po’ robespierriano di fanatico e integralista difensore del regime morente.
Suo nipote Lorenzo, fino al momento in cui non ha guardato negli occhi la tigre, aveva non dimenticato, ma rimosso quella figura, quasi volesse affidarla ad un impossibile oblio.

La sua narrazione dà conto in pieno dell’accettazione di tale impossibilità, e di come si sia imposta, giorno dopo giorno, la ricerca di una verità più profonda, quale che fosse.
Scritte sui muri di neofascisti nostrani, inneggianti al nonno, e il primo impulso di cancellarle; le fotografie dei cadaveri appesi a testa in giù a Piazzale Loreto; spezzoni di ricordi di famiglia, o di testimonianze spurie e incomplete; lettere; conversazioni con chiunque fosse in grado di dire qualcosa in più su quell’epoca e su quegli uomini. Visite fallite al cimitero milanese dove sono sepolti i repubblichini morti nella primavera del ’45, compreso Alessandro; indizi e segnali fra i più disparati, spesso descritti con ironia, tutti convergenti verso gli occhi della tigre.
E alla base di tutto, le domande inevitabili: chi era Alessandro Pavolini? Cosa ha spinto un intellettuale gentile e raffinato, nonché scrittore di talento, a cavalcare la tigre? Qual’era il fascismo in cui credeva? Quali erano i suoi valori di uomo, al di fuori della politica? Qual’era il suo reale rapporto con la violenza, la guerra, la vendetta politica? Qual’era la sua intima percezione della vita e della morte?
Le risposte, spesso mediate e sfumate, mai apodittiche, le lascio volentieri alla lettura di questa narrazione, permettendo al lettore di conservare intatto il valore del percorso e condividere con l’Autore il senso della scoperta, che è la cosa più importante.

In quest’opera la scrittura cresce man mano che si procede, che si conosce, che si scopre.
Sono convinto che sia un risultato voluto, perché questa crescita corrisponde al superamento progressivo delle diffidenze e delle incertezze iniziali nell’intraprendere un cammino per molti anni rinviato .
Le brevi riflessioni sul senso della Storia, ben distribuite nell’opera, acquistano di sempre maggiore incisività e profondità, raggiungendo in alcuni passaggi una bellezza letteraria che non contrasta con lo stile asciutto e con la messa al bando di ogni possibile indulgenza al sentimentalismo familistico.
Quando racconta di sé, infatti, Lorenzo Pavolini sa ricorrere perfino all’understatment o all’autoironia; ma quando appare e ricompare, sempre meglio definita, la figura del nonno, le corde sono quelle di una letteratura vera, importante. E il quadro di insieme alla fine si ricompone sempre, con tutta la tragicità di un’epoca difficile, sanguinosa, drammatica e, soprattutto, non abbastanza conosciuta.

Fra le persone cui Lorenzo si rivolge per capire aspetti non banali del regime cui il nonno aveva devoluto anima e corpo, c’è anche Antonio Pennacchi. E’ singolare che nell’edizione dello “Strega” di quest’anno si siano ritrovati entrambi fra i finalisti, con due lavori molto diversi che però fanno riferimento alla stessa epoca. Segno che le riflessioni sul fascismo, un po’ sclerotizzate nella storiografia ufficiale, tornano centrali nella narrativa, sulla spinta di molte domande tuttora inevase, o neppure formulate.

Vincenzo Ciampi

Lorenzo Pavolini, “Accanto alla tigre” – Galleria Fandango, 2010. Pgg. 243, euro 16,50

Memoria indifferente: le donne della Resistenza di Gianluca Foglia "Fogliazza", narrazione a fumetti



Memoria indifferente: le donne della Resistenza
di Gianluca Foglia "Fogliazza", narrazione a fumetti

http://memoriaindifferente.blogspot.com

spettacolo di narrazione a fumetti
atto unico
di e con
Gianluca Foglia "Fogliazza"
durata: 60 minuti
musiche originali Emanuele Cappa
chitarre Emanuele Cappa e Matteo Ravizza

infoLune Nuove - Nicola Casalini
Tel 0521.941878 - Cel 338.8592031
n.casalini@lunenuove.com - www.lunenuove.com

martedì 7 settembre 2010

Linea Gotica, la storia ricostruita sul campo dì battaglia


da: "Il Resto del Carlino - Modena" del 7 settembre 2010

FANANO SI RINNOVA L'INIZIATIVA DIDATTICA CON ANIMAZIONI E NARRAZIONI TRATTE DAI PROTAGONISTI
Linea Gotica, la storia ricostruita sul campo dì battaglia

di Milena Vanoni

FANANO -
CONTINUA anche per il prossimo anno scolastico il progetto 'Uomini in guerra sulla Linea Gotica'. La proposta educativa dell'associazione 'Linea Gotica - Officina della memoria', nata nel 2002, unisce didattica attiva e sperimentazione, proponendo una nuova modalità di animazione sui luoghi della memoria: il 'diorama vivente'.
L'innovativa metodologia usa la narrazione dei personaggi delle varie parti in conflitto e ricostruisce un preciso episodio storico locale, per stimolare negli alunni un coinvolgimento attivo e una riflessione sui fatti e sulle problematiche della guerra. La Linea Gotica, tema cardine dell'iniziativa, rappresentò l'ultimo fronte di guerra in Italia dall'agosto del 1944 all'aprile del 1945, dividendo l'Italia in due parti dal mar Tirreno all'Adriatico. Separando l'esercito tedesco, che difendeva i propri punti strategici sui crinali appenninici, dagli Alleati, che tentavano di penetrare nella Pianura Padana, la Linea rappresentò una sorta di villaggio globale, dove soldati di oltre trenta Paesi diversi entrarono in contatto tra loro e con le popolazioni locali.
'UOMINI in guerra sulla Linea Gotica' si avvale di un archivio audio con centinaia di interviste ai protagonisti, raccolte dal 1995, e di un centro di documentazione e di una biblioteca con foto, libri e documenti in italiano, inglese, americano, tedesco e brasiliano. Il progetto si presenta alle scuole sotto una veste interdisciplinare, in quanto coinvolge non solo storia, ma anche altre materie quali geografia, educazione fisica, educazione civica.
I progetti, concordabili in base alle esigenze del programma scolastico, possono prevedere sia lezioni in classe, sia escursioni guidate nei luoghi della memoria. Per informazioni: Massimo Turchi 335720889.

Davide Perlini: «A Londra con mia sorella in nome di papà»


Dal Resto del Carlino - Bologna, del 4 settembre 2010

«A Londra con mia sorella in nome di papà»
La vittoria di Davide Perlini

di GIANNI LEONI

—LAGARO (Castiglione dei Pepoli)—
UN URLO: «Davide!». E subito la risposta: «Heather!». Poi, gli occhi negli occhi, le mani nelle mani, un abbraccio senza fine e la morsa di un’emozione che portava alle lacrime. «Sono sfinito dalla gioia», sintetizza Davide Perlini appena rientrato da Londra. E del resto, un momento così lo aspettava dai giorni dell’infanzia, quando insisteva per avere notizie del padre, e la mamma si limitava ogni volta a ribadire che «è un militare inglese, non so dove si trova e comunque finché io sono al mondo non devi cercarlo».
LA MAMMA se n’è andata da tempo e Davide Perlini, fin dal giorno dopo e da allora un minuto dopo l’altro, ha dedicato tutta l’esistenza al fantasma di quell’uomo, David Jackson, arrivato a Lagaro con la divisa da portaordini durante la Seconda guerra mondiale e ripartito a bombe appena mute dopo una breve parentesi d’amore con la giovane Fernanda Perlini. Lei rimase incinta e lui divenne un’ombra. Dov’era finito? E perché non aveva mai risposto alla lettera dell’innamorata? Un’ossessione, per Davide, quelle domande e tante altre. Via, allora, con le ricerche tra parrocchie e ministeri, uffici e testimoni, giornali, radio e tv, eppoi di porta in porta, con viaggi, rientri e nuove partenze.
POI, a 65 anni, finalmente una traccia dal nulla. «Ho scoperto che mio padre era il quinto di otto fratelli, che è morto, ma che a Londra aveva una figlia, Heather — racconta Perlini —. L’ho contattata e ci siamo conosciuti. Tra la folla dell’aeroporto ho sentito un urlo: ‘David!’. L’ho vista e ho riconosciuto, in lei, il padre che avevo cercato tanto. E’ stata un’emozione sconvolgente per entrambi. Le ho parlato di me, della mia vita di padre
senza padre e lei mi ha raccontato del marito Robert, appassionatissimo di moto italiane, e della grande sorpresa di avere un fratello italiano. Con mia moglie Emma sono stato alcuni giorni ospiti a casa di Heather. Presto verrà a trovarmi a Bologna e io l’accompagnerò a Lagaro, dove nostro padre
conobbe la mamma».
LA NOTIZIA dell’incontro tra l’inglese e l’italiano ha preso spinta e di voce in voce ha fatto subito molta strada. Le famiglie dei fratelli di David Jackson sono sparse in Spagna, in Canada, in altri Paesi, e tutti i componenti sono stati sorpresi e contenti di scoprire di avere un cugino. «Spero di conoscere tutti, prima o poi. In ogni caso ho già in programma un nuovo viaggio da mia sorella. Insieme andremo in Scozia, nel paese dov’è nato papà e dove ancora si trova la sua casa. E intanto, in un certo senso, sto vicino a mio padre. Heather mi ha regalato alcuni suoi oggetti: un distintivo, un basco, due sciarpe e una cintura. Li aveva in un cassetto e non li ha mai lavati e così è ancora possibile cogliere l’odore di chi li portava e quindi toccare la sua anima. Adesso sono contento. Qui si ferma il mio cammino. Ho realizzato il mio unico, grande sogno: quello di avere un padre».

venerdì 3 settembre 2010

Online le nuove proposte educative as 2010-2011 dell'Associazione Linea Gotica - Officina della Memoria


Uomini in guerra sulla Linea Gotica


La Linea Gotica fu l'ultimo fronte di guerra in Italia dall'agosto del 1944 all'aprile del 1945 dividendo in due l'Italia, dal mar Tirreno all'Adriatico. Da una parte l'esercito tedesco che difendeva i punti strategici sulle alture appenniniche, dall'altra parte gli Alleati che tentavano di penetrare nella Pianura Padana. Accanto alla guerra combattuta al fronte il territorio fu segnato da numerosi episodi di stragi di civili, per tutti Sant'Anna di Stazzema e Monte Sole (Marzabotto).
Ancor più che un teatro bellico la Linea Gotica fu il luogo dove si manifestarono profondi cambiamenti politici a livello mondiale, il timore inglese della fine dell'epoca dell'impero coloniale nel quadro politico di spartizione tra le nuove potenze americana e sovietica che presto sarebbe stato sancito nella Conferenza di Yalta.
Ma la Linea Gotica rappresentò anche un villaggio globale ante litteram che vide l'incontro tra soldati di oltre trenta paesi diversi che con le loro culture entrarono in contatto con le popolazioni locali.

Scarica le nuove proposte educative (.pdf)