martedì 31 marzo 2009

Bonvi e le "Strumtruppen"


Il 31 marzo del 1941, a Parma, nasceva Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini più noto con lo pseudonimo di "Bonvi" autore del famoso fumetto "Strumtruppen".
"Sturmtruppen è una raffigurazione satirica della Seconda guerra mondiale vista dagli occhi delle "micidiali" truppe d'assalto tedesche; tuttavia non si tratta semplicemente di comoda e gratuita satira contro la stupidità della guerra, perché i soldatini di Bonvi, in realtà, sono solo un pretesto con cui egli, anarchico convinto, sbeffeggia spietatamente su quell'obbedienza "cieka, pronta, assoluten", in quanto leggendo il fumetto bisogna ricordare che il sadico sergente e/o gli invasati "uffizialen" potrebbero essere senza problemi dei presidi o dei capuffici. Utilizzando un italiano "tedeschizzato", con cadenze e terminazioni pseudogermaneggianti che ben si adattano allo spirito umoristico della serie, Bonvi le raffigura come una massa di uomini ingenui e incapaci alle prese con le difficoltà della guerra, la severità (o pazzia) dei generali, la mancanza di tutti quei piaceri che permettono all'uomo di vivere e non di sopravvivere: sesso, viveri, pace. Dall'amara ironia dei personaggi bonviani risuona come un grido il bisogno di pace e la rassegnazione verso tutto ciò che è irrisolvibile, ovvero, per Bonvi, la totalità delle cose." (da Wikipedia)

Il fumetto è in fase di ripubblicazione da Salani Editore (Milano) ed attualmente sono arrivati all'album n. 6.
Alcune strisce le potete trovare sul sito di chrisound
Ricordiamo che da questo fumetto furono tratti due film diretti da Salvatore Samperi
"Strumtruppen" (1976) e "Sturmtruppen 2 - Tutti al fronte" (1988)

domenica 29 marzo 2009

Da Spike Lee alla Bellucci Ora al cinema la guerra perde colpi


Da "il Giornale" del 29 marzo 2009 riportiamo questo articolo

Da Spike Lee alla Bellucci Ora al cinema la guerra perde colpi
di Michele Anselmi

Roma. Va bene, c’è il caso Katyn, il film di Wajda che rievoca la strage di ventimila ufficiali polacchi ad opera dell’Armata rossa, nel 1940. L’hanno visto in pochi, in un mese e mezzo ha incassato appena 50mila euro, e sull’insuccesso commerciale del film s'è aperto un vivace dibattito. Censura di mercato? Tema occultato o rimosso? Pubblico distratto? Ogni parere è lecito. E tuttavia, al di là dell’episodio specifico, una tendenza sembra emergere: la Seconda guerra mondiale, così distruttiva e fondativa, terribile ed esaltante, non «tira» più al cinema. La vita è bella, Salvate il soldato Ryan, Schindler's List appaiono mosche bianche, lontane nel tempo. Date uno sguardo al box-office italiano più recente. Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee: 1 milione e 76mila euro, niente. Defiance, con Daniel Craig, cioè il nuovo Bond: 891mila euro. Sanguepazzo con la coppia Zingaretti-Bellucci nei panni dei divi di regime Valenti e Ferida: 594mila. Le rose del deserto di Mario Monicelli ha superato appena 1 milione e mezzo. Il doppio, comunque, del pluridecorato e coraggioso Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood, fermo a 724mila. Unico titolo in controtendenza, Operazione Valkyria, dove Tom Cruise indossa la benda nera del tedesco che provò a uccidere Hitler: 4 milioni e mezzo.
Ci si chiede: è il periodo storico a non appassionare, dipende dalla qualità dei film, i giovani che popolano i multiplex vogliono solo commedia, horror e fantascienza? Sentiamo Enzo Monteleone, regista di un film, El Alamein, molto apprezzato dall’ex presidente Ciampi, che nel 1992 riaccese l’attenzione attorno a quel cruciale periodo di storia patria.
Premette: «Io allargherei il discorso. C’è un altro buco nero, ad esempio: i film sull'Irak fatti dagli americani. Non sto parlando del filmetto sfigato italiano, di partigiani e fascisti. Il magnifico Nella valle di Elah l’hanno visto in pochi. Peggio è andata allo spettacolare The Hurt Locker. Non è questione di Seconda guerra mondiale». Monteleone fa una pausa: «Probabilmente l’ennesima fesseria splatter di Quentin Tarantino, quel Bastardi senza gloria con Brad Pitt, sarà un successo, ho già letto la recensione del trailer. Ma per il resto la storia funziona più in tv, nella forma della miniserie. Infatti Perlasca e Cefalonia vanno bene. Al cinema avrebbero fatto flop». E allora El Alamein? «Mi spingeva la passione, la voglia di raccontare quella storia lì. Il film è stato fatto di pancia, per puro sentimento, grazie al produttore Riccardo Tozzi, che aveva un legame di sangue con la vicenda. Poi certo: per noi italiani esistono difficoltà logistiche e tecniche, un produttore fa i conti. Al botteghino vincono solo commedia e disimpegno, il multiplex ha ucciso un certo spettatore medio acculturato. Gioca anche un altro fattore. Per molti giovani equivale a subire una lezione di storia a scuola, per la serie “Seconda guerra mondiale che palle!”». Da anni Monteleone sogno di fare Il sergente nella neve, dal romanzo di Mario Rigoni Stern: «Ci ha provato anche Olmi. Ma vallo a proporre a un produttore oggi».
Il produttore Alessandro Fracassi ha già i suoi guai con Il sangue dei vinti di Michele Soavi tratto dal libro di Pansa che tanto fece arrabbiare l’Anpi. «Dovrebbe uscire, prima o poi, certo ci avviciniamo alla fine della stagione, il popolo del week-end è in movimento, oltre aprile sarà una guerra coi mulini a vento. Tanto più dopo il processo di delegittimazione politica venuto da sinistra e pure da destra». Fracassi conosce i dati sconfortanti degli incassi. «Sono il frutto di una perversa combinazione, ma bisogna resistere, c’è tanta “storia negata” da raccontare. Altrimenti dobbiamo affidare la memoria collettiva solo a Roma città aperta, Tutti a casa e pochi altri». L’intoppo starebbe, quindi, nel generale abbandono di interesse del pubblico verso film di argomento storico. «Sì, ogni tanto arriva l’eccezione che conferma la regola. Penso al Ken Loach di Il vento che accarezza l’erba. Ma è il cinema in costume, tutto, a non attirare più il pubblico giovane. Anche per colpa nostra, fatichiamo a intercettarlo».
«Bah, forse il pubblico non va perché non sa», riflette lo storico Piero Melograni. «Faccio un esempio. Per capire lo straordinario Katyn bisognerebbe conoscere un po’ di storia, sapere che Stalin e Hitler si spartirono la Polonia. Purtroppo la didattica è andata a ramengo e la prevenzione nei confronti di opere considerate ideologizzate ha fatto il resto». Aggiunge Melograni: «Il cinema potrebbe svolgere un ruolo cruciale, a patto che sappia affascinare, emozionare, i giovani. Se poi non andranno, pensando di sapere già tutto, peggio per loro».

Stragi naziste. Al via prima commissione storici italo-tedeschi


Da "Virgilio Notizie" del 28 marzo 2009, riportiamo questo articolo.

Stragi naziste
Al via prima commissione storici italo-tedeschi
Lavori aperti a Villa Vigoni


Roma, 28 mar. (Apcom) - Si tiene oggi, sotto gli auspici dei Ministri degli Affari Esteri di Germania e Italia, presso il Centro Italo-Tedesco Villa Vigoni (Loveno di Menaggio) la Conferenza di presentazione della Commissione di storici italo-tedesca. La decisione di istituirla risale al Vertice bilaterale tenutosi a Trieste il 18 novembre 2008. Nell'ambito del Vertice, i Ministri degli Affari Esteri Franco Frattini e Frank-Walter Steinmeier si sono recati in visita congiunta alla "Risiera di San Sabba" per dare un segno comune di riconoscimento delle sofferenze delle vittime del nazifascismo.
L'organismo costituito da storici italiani e tedeschi ha il mandato di un approfondimento comune sul passato di guerra italo-tedesco e in particolare sugli internati militari italiani, come contributo alla costruzione di una comune cultura della memoria, spiega oggi una nota della Farnesina.
L'ambasciatore tedesco in Germania Michael Steiner ha spiegato pochi giorni fa che la commissione lavorerà in modo "indipendente". Quello tedesco è un "passato che non passa", e che "non è completamente risolto" non solo con l'Italia, ha proseguito l'ambasciatore che ha però escluso "risarcimenti" alle vittime, perchè se la questione fosse riaperta con l'Italia allora andrebbe riaperta con tutto il mondo e questo la Germania non lo ritiene possibile.
Parlando ad Apcom, uno dei 5 studiosi tedeschi, Lutz Klinkhammer, ha dichiarato ieri che sarà una commissione storica dalla forza "propulsiva", chiamata a fare da tramite "tra il mondo politico" di Italia e Germania e l'opinione pubblica" nei due paesi. "E' ancora prematuro dire a quali risultati arriverà la commissione" ha spiegato il professore dell'Istituto Storico Germanico di Roma, precisando che oggi si tiene una prima seduta "piuttosto tecnica, mentre la prima vera riunione, dove verrà stilato un programma di lavoro, è prevista fra un paio di mesi". In concreto dalle discussioni emergeranno delle raccomandazioni e delle iniziative didattiche, dai libri di testo fino magari a una fiction tv.
Davanti ai tribunali italiani sono attualmente pendenti circa 53 cause, individuali e collettive, intentate contro la Germania per rivendicare risarcimenti dallo Stato tedesco per fatti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale. Alcuni casi riguardano gli internati militari italiani (Imi) costretti al lavoro forzato in Germania, altri vittime o discendenti di vittime di crimini di guerra commessi da tedeschi in Italia. Tutte cause comprese nel periodo che va dal 1943 al 1945. Nelle aule italiane c'è inoltre il caso di Distomo, in Grecia, nel quale i parenti delle 218 vittime della strage nazista del giugno 1944 hanno chiesto un risarcimento allo Stato tedesco.
Il gruppo è formato da cinque esperti tedeschi (oltre a Klinkhammer, ci sarà Wolfgang Schieder, Università di Colonia e co-presidente del gruppo tedesco di storici, Gabriele Hammermann, direttrice del sito commemorativo di Dachau, Thomas Schlemmer e Hans Woller, entrambi dell'Istituto di Storia Contemporanea di Monaco; e cinque italiani (Mariano Gabriele, professore di storia contemporanea e storia navale all'Università La Sapienza di Roma e vice Presidente della Società italiana di storia militare, Aldo Venturelli, ordinario di letteratura tedesca all'Università di Urbino ed ex segretario Generale di Villa Vigoni, Carlo Gentile, ricercatore presso il Martin-Buber-Institut fuer Judaistik dell'Università di Colonia, Paolo Pezzino, ordinario di Storia contemporanea all'Università di Pisa e Valeria Silvestri, dottore di Ricerca, Università La Sapienza, Roma).

sabato 28 marzo 2009

"Aumenta l'estremismo di destra tra i minorenni". Da Radio Colonia (Germania)


L'Npd (il partito neonazista) perde elettori e iscritti ma in Germania aumenta la diffusione dell'estremismo di destra tra i giovani.
Secondo un recente studio pubblicato nei giorni scorsi dalla stampa tedesca in Germania circa un quindicenne maschio su venti è membro di gruppi neonazisti. La ricerca inoltre, condotta tra il 2007 e il 2008, ha anche evidenziato che simboli neonazisti, nella musica rock, su adesivi o particolari articoli di abbigliamento sono utilizzati da un ragazzo su dieci. Il ministro dell'Interno Wolfgang Schäuble, Cdu, alla presentazione dello studio, patrocinato dal ministero da lui guidato, ha spinto per la creazione di più club sportivi nelle regioni con problemi sociali.
Secondo Giovanni Pollice, sindacalista e vicepresidente dell'Interkultureller Rat, bisogna soprattutto intervenire nelle scuole. Ogni anno più di centomila giovani abbandonano la scuola rischiando di cadere nell'emarginazione e nella povertà, ma anche di diventare un terreno fertile per l´estremismo di destra.
di Enzo Savignano di Radio Colonia, sul sito è possibile scaricare il servizio in .mp3 (2'11")

La verità storica su Sant’Anna di Stazzema


Riportiamo il testo di un interessante articolo di Andrea Giannasi che racconta, in sintesi, gli avvenimenti di questa strage.

La verità storica su Sant’Anna di Stazzema
Il vero motivo della strage


di Andrea Giannasi

Gli eventi che appartengono alla recente storia italiana sono spesso negli ultimi anni al centro di deformanti ricostruzioni. L’ultima caso – triste perché studiato solo per far cassa ai botteghini dei cinema – è legato al film del regista americano Spike Lee dal titolo “Miracolo a Sant’Anna”. Nel tentativo di dare credito alla partecipazione dei militari di colore alla seconda guerra mondiale, il registra ha distrattamente e pericolosamente “giocato” con la storia macchiando il film di errori tanto gravi da apparire disarmanti.
Ma ricostruiamo la vicenda nella sua interezza.
Per meglio far entrare il lettore all’interno della vicenda madre del film – ovvero l’uccisione il 12 agosto del 1944 da parte dei tedeschi di 560 tra donne, bambini e anziani – è bene fare un piccolo passo indietro. Studiare dunque i tratti storici e le dinamiche che portarono sul campo di battaglia tedeschi, partigiani e alleati.
Nella primavera del 1944 le armate alleate iniziarono una lenta ma vigorosa e costante avanzata verso il nord Italia. Una dopo l’altra caddero importanti città. Per meglio utilizzare le formazioni partigiane, nella notte tra l’8 e il 9 giugno, il Maresciallo Alexander del comando alleato inviò a tutti i patrioti un ordine nel quale doveva essere primario e perentorio l’obiettivo di uccidere i tedeschi e di distruggere i trasporti. Il comando era puramente militare non considerando dunque le conseguenze di tale ordine sulle popolazioni civili.
Il problema della presenza delle numerose bande partigiane a questo punto diventò primario per il comando tedesco che rispose il 17 giugno 1944.
Il comandante del Gruppo armate C in Italia, feldmaresciallo Albert Kesselring, emanò un ordine per la lotta alle bande con il quale in pratica assolveva da ogni responsabilità ogni ufficiale tedesco che, nella lotta contro i partigiani, avesse assunto metodi anche non conformi all’onore militare. Dopo questo documento, che venne ulteriormente ampliato e confermato dai comandanti della 14a armata Lemelsen e del I Corpo Fallschirmjäger Schlemm, ogni remora che ancora poteva sussistere in alcuni soldati ed ufficiali germanici contro i civili, cadde
Per questo fin dal giugno in tutta la Toscana, dall’aretino fino al massese, si consumarono decine di stragi che portarono ad conteggio sommario e lacunoso alla fine del conflitto di quasi 4000 assassinati. Stragi che non ebbero sempre come motivo scatenante un’azione partigiana. Stragi che non furono sempre compiute da corpi speciali - come le SS fortemente indottrinate – ma da tutti gli ordini e gradi delle armate tedesche. E le uccisioni non ebbero solo un carattere “politico”.
Va ricordato infatti che i tedeschi stavano approntando proprio a cavallo delle Alpi Apuane la Linea Verde 1 (che divenne poi sul tracciato della Verde 2, la Linea Gotica) e che nell’allestimento a cura della Todt si era ordinato a tutte le popolazioni di lasciare la zona. Inoltre c’era il problema della presenza dei partigiani che andavano annientati.
Il proclama di Alexander, i continui aviolanci di armi da parte degli alleati e l’avanzata verso nord, avevano però stimolato e invigorito le azioni dei partigiani ben presenti con numerose formazioni sulle Alpi Apuane.
Così il 29 luglio del 1944 fu affisso a Sant’Anna un proclama partigiano diretto alla popolazione. In questi si leggeva: “Alla popolazione versiliese! Dopo aver fatto dell’Italia un orrendo campo di battaglia con tutti i suoi lutti e le sue miserie, i nazisti vogliono ora completare la loro nefanda opera di distruzione con l’esodo in massa di tutta la popolazione. Fino ad ora i tedeschi avevano attuata la deportazione per il lavoro forzato per i soli uomini. Ma la belva nazista non è mai sazia.
Ora vogliono perseguitare anche le donne, i vecchi ed i bambini imponendo loro con bando criminale di allontanarsi dalle proprie case, dalla propria terra per seguire fra sevizie e miserie le disfatte divisioni di Hitles verso il Brennero. Popolo della Versilia!
Non obbedite agli ordini dei barbari tedeschi: le donne, i vecchi, i bambini non abbandonino le loro case e facciano resistenza passiva. Tutti gli uomini si armino con ogni mezzo dal fucile da caccia al forcone: gli eserciti della liberazione sono ormai a pochi chilometri, le formazioni partigiane sono pronte all’azione e risponderanno alle rappresaglie con le rappresaglie.
Alle armi popolo versiliese. La tua libertà e la tua salvezza sono nelle tue mani.
Morte al tedesco oppressore!
Dal comando delle Brigate d’assalto Garibaldi. 29 luglio 1944.”

La risposta non tardò. Pochi giorno dopo il 12 agosto 1944 unità della 16° divisione granatieri corazzati della Waffen SS comandata da Max Simon avvolsero la zona di Sant’Anna di Stazzema radunando e poi massacrando 560 tra uomini, donne, bambini, anziani.
Fu massacro premeditato e indiscriminato al quale i partigiani poco o nulla poterono. E fu la reazione alla scelta da parte dei patrioti e della popolazione civile di resistere ai nazisti.
Va ricordato, ad onore di cronaca e per meglio tracciare il profilo della Resistenza, che pochi giorni dopo sul versante della Garfagnana delle Alpi Apuane si consumò una battaglia nella quale fu distrutta la banda partigiana “Gruppo Valanga”. I partigiani il 29 agosto sul Monte Rovaio non si sottrassero al combattimento proprio per non far ricadere sulla popolazione la vendetta nazista per l’uccisione da parte dei patrioti il giorno prima, di un maresciallo degli alpini germanici. Alla fine furono 19 i caduti e tra questi il comandante Leandro Puccetti, studente di medicina all’Università di Pisa.
Ma in tutto questo i militari di colore cosa c’entrano?
Poco o nulla. I soldati della 92° Divisione “Buffalo” arrivarono in Versilia il 17 agosto – e solo con il 370° reggimento -, ovvero cinque giorno dopo i fatti di Sant’Anna. Rimasero in linea fino all’aprile del 1945 diventando una delle unità peggiori della storia dell’esercito americano. Salvo qualche caso isolato la 92° divenne famosa per le continue diserzioni, fughe di fronte al nemico e nel tratto di fronte della Garfagnana, che difendeva, si consumò l’unica avanzata nazifascista del conflitto. Nella notte di Natale del 1944 su Barga fu sferrato un attacco da parte di unità tedesche che portarono alla fuga e alla dispersione delle unità della “Buffalo”. Soltanto con l’arrivo della 6° divisione Indiana si poté ristabilire una linea del fronte.
Tristemente noti anche i neri disertori che per mesi si nascosero nella tenuta di San Rossore.
Il comandante dell’unità Almond fu costretto a riorganizzare la 92° divisione numerose volte riarmando le unità (durante le azioni gli uomini in fuga perdevano tutto il materiale in dotazione) e rafforzando le compagnie della Polizia Militare. Su tutti i casi di diserzioni risalta l’azione del III battaglione del 366° reggimento che nella sola giornata del 10 febbraio del 1944 su 862 effettivi sul campo ebbe 507 sbandati.
Del resto poco si poteva pretendere in fatto d’armi da uomini di colore comandati da ufficiali bianchi che non trattenevano segni di vivo razzismo.
Insomma una unità che aveva poco credito, scarse capacità belliche e che non poteva essere utilizzata in operazioni militari di largo respiro
In conclusione, come si è osservato, nell’agosto del 1944 a Sant’Anna si consumò una strage figlia del desiderio di “pulizia” nazista, che ebbe una molla scatenante in un bando partigiano e nell’ordine del Maresciallo Alexander di rilanciare l’azione dei patrioti. Un insieme di fattori che non possono essere dunque ricondotti ad un tema da trattazione romanzesca. Il film appare quindi un insieme imbarazzante di errori, falsità, dalla grave conseguenza di stimolare un dibattito politico ignorante e privo di preparazione storica.
Dunque da evitare.

mercoledì 25 marzo 2009

Un documentario sul processo di Monte Sole (Marzabotto)


Ho scoperto questo sito internet del documentario "Lo stato di eccezione" dedicato al processo per Monte Sole. Riportiamo il comunicato stampa scritto da Luciana Sali del 5 maggio 2008:

Il documentario Lo Stato di eccezione. Processo per Monte Sole 62 anni dopo ha per oggetto lo svolgimento del processo tenutosi presso il Tribunale Militare di La Spezia, tra il febbraio del 2006 e il gennaio del 2007, sulle responsabilità penali di 17 ex militari tedeschi SS imputati per i delitti perpetrati nell’autunno del 1944 in Italia, durante quella che è considerata una delle più grandi stragi nazifasciste dell’Europa Occidentale: l’eccidio di Monte Sole. La strage avvenne nell’Appennino bolognese, lungo la Linea Gotica, dove un intero Reparto SS, al comando del Maggiore Walter Reder, uccise centinaia di civili inermi, uomini, donne, infermi, vecchi, bambini. Lo Stato di eccezione, oltre a ricordare nel titolo un noto saggio di Giorgio Agamben, allude anche a un’eccezione che sbigottisce e addolora, quella per cui, dal secondo dopoguerra ad oggi, in merito a questo tragico episodio di storia recente, in Italia si è avuto un solo processo contro un solo imputato: il processo del 1951 in cui il Tribunale Militare di Bologna condannò Walter Reder alla pena dell’ergastolo, interrotto nel 1985 su intercessione del governo austriaco.
L’eccezione, ancora una volta, è quella di un’anomalia che per decenni ha visto 695 fascicoli processuali, riguardanti stragi nazifasciste avvenute in Italia, occultati nei corridoi della Procura Militare Generale di Roma a Palazzo Cesi, dimenticati nel tristemente noto “armadio della vergogna” con un provvedimento di “archiviazione provvisoria” (questa l’insolita formula stampata su quelle carte). Si sarebbero potuti giudicare altri criminali ex-SS coinvolti negli eccidi di Monte Sole, ma ciò non è avvenuto.
Oggi, dopo 62 anni, dopo che nel 1994 quei fascicoli sono stati riesumati, si sono finalmente rese possibili nuove istruttorie. Ecco, quindi, l’eccezionalità del processo che questo film ha documentato. A La Spezia, nell’aula dibattimentale, hanno sfilato, col carico di un dolore ancora bruciante, decine di testimoni tra superstiti e familiari delle vittime dell’eccidio, in un’estenuante rappresentazione processuale. Teatro del processo è stato un Tribunale Militare la cui architettura evoca ambivalenti e assurde suggestioni, poiché mostra ciò che un tempo era stato, cioè la sala di un cinema, un luogo abituato a vedere ben altro tipo di rappresentazioni.
L’eccezione, infine, che suscita sdegno e turbamento, è quella della beffa di un’assenza irreale. L’assenza dei 17 ex-SS accusati di violenza pluriaggravata e continuata con omicidio, in un processo che si è svolto perciò in contumacia. Tutti, infatti, hanno scelto di non presentarsi, rimanendo lontani da ogni situazione di giudizio, come già per 62 lunghi anni.

martedì 24 marzo 2009

Un'altra poesia di Celso Battaglia


LA COSTITUZIONE

Quella nobile Signora
raggiunto ha la terza età.
È ancora in grande forma,
poco c'è da ritoccar

Di modifiche si parla,
si vorrebbe far lo shampoo,
il colore a convenienza…
non toccatela Dio Santo!

Testa alta Con orgoglio
a sessanta è già arrivata.
Certo a cento arriverà,
sol con piccola piallata.

Nata chiara e cristallina
Non le servon coloranti.
Applicata sia a dovere
e protegge tutti quanti.

Fu l'unione degli eroi
che l'Italia ha liberato:
con sudore, sangue, onore
sul nemico ha trionfato.

Lor le regole del gioco
tutti insieme han stabilito,
anche se di lì a poco
ognun torna al suo partito.

Tutti quanti rispettiamo
per il ben della Nazione,
quella nobile Signora
Che chiamiam Costituzione

Celso Battaglia


Ringraziamo Celso per la gentilezza con la quale ci invia le sue poesie e che volentieri pubblichiamo.

sabato 14 marzo 2009

In cinque mesi, tremila visite!



In cinque mesi di attività abbiamo raggiunto quota tremila viste al sito: GRAZIE!

Visite: 3.008
Media pagine visutalizzate per visita: 4,02
Tempo medio sul sito: 5 minuti e 8 secondi
Visiste nuove: 71,97%
Visitatori unici: 2.165
Traffico diretto: 31,55%
Motori di ricerca: 43,52%
Siti di riferimento: 24,93%
Visite da Italia: 2.754
Visite da Germania: 70
Visite da Stati Uniti: 48
Visite da Brasile: 45
Visite da Francia: 17
Visite da Svizzera: 10
etc.

www.progettolineagotica.eu

venerdì 13 marzo 2009

SEMPRE ITALIA 2009 - Return to Italy. La 10a Divisione da montagna torna!



SEMPRE ITALIA 2009 - Return to Italy
Sponsored by the 10th Mountain Descendants, Inc.


Main Tour
Division Combat Route
May 26 - June 7, 2009


Sat., May 30 – Tues., June 2 – HILL TOWNS
These days are spent in the Hill Towns for the 10th Mountain program of celebrations and town festivals over these four days will take place atop Mt. Belvedere and at Querciola, Vidiciatico and Lizzano-in-Belvedere, Gaggio Montano and Castel d’Aiano. During your stay you will have the opportunity to return to Florence or to visit the WWII combat sites.

www.10thmtndivassoc.org - www.10thmtndivdesc.org

venerdì 6 marzo 2009

Documentario "Inside Buffalo"


Abbiamo conosciuto Fred Kuwornu, regista e produttore del documentario "Inside Buffalo" dedicato ai soldati della 92nd Infantry Division "Bufalo" che hanno combattuto in Italia. Lui stesso lo definisce un docufilm sulla storia della 92° Divisione di fanteria dell'esercito americano,composta interamente da soldati colore e soprannominata divisione "Bufalo". Per molto tempo il loro sacrificio venne dimenticato dal Governo Americano. Un viaggio indietro nel tempo nella Toscana del 1944.

giovedì 5 marzo 2009

Partigiani di Montagna, partigiani di pianura. Fotostoria per immagini della Resistenza


PARTIGIANI DI MONTAGNA, PARTIGIANI DI CITTÀ
FOTOSTORIA PER IMMAGINI DELLA RESISTENZA


Immagini, suoni e oggetti d’epoca sulla Seconda Guerra Mondiale a Bologna. I protagonisti raccontano la vita quotidiana dei partigiani, la nascita della Resistenza e le grandi battaglie nel Bolognese e sull’Appennino tosco-emiliano.
La vita quotidiana dei partigiani a Bologna e sull'Appennino attraverso immagini, suoni e oggetti d’epoca.

Voci narranti:
- Bruno Monti, 63a brigata “Bolero” , Presidente ANPI Casalecchio
- Renato Romagnoli, 7a brigata G.A.P., Bologna
- Carlo Venturi, Brigata “Stella Rossa”, Marzabotto

Presenta Vincenzo Palermo, autore del romanzo storico “Gabbiani nella Tempesta”

Venerdì 6 marzo 2009, ore 21
Casa della Conoscenza - via Porrettana 360 - Casalecchio di Reno (Bologna)
Per Informazioni: Tel. 051.598.243
www.bolognaliberata.it


Fonte: Casalecchio Casa delle Culture

A Travel Guide to World War II Sites in Central and Northern Italy


A Travel Guide to World War II Sites in Central and Northern Italy
Anne L. Saunders, ricercatrice associata del "Classics Department" del "College of Charleston" (South Carolina), ha scritto questa interessante guida sui luoghi della seconda guerra mondiale nell'Italia Centale e del Nord.
Table of Contents
Acknowledgments
Travel Tips
Introduction: Italy 1914-1943
Chapter 1: Cassino*
Chapter 2: Anzio, Nettuno, and Borgo Faiti*
Chapter 3: Rome 1943
Chapter 4: Rome 1944
Chapter 5: Tuscany and Emilia-Romagna*
Chapter 6: The Adriatic Coast and Romagna Plain*
Chapter 7: Sites southwest of Bologna*
Chapter 8: Bologna
Chapter 9: Day trips from Bologna*
Bibliography and films

martedì 3 marzo 2009

Fiction "The Mountain" i brasiliani di Monte Castello


A metà febbraio a Gaggio Montano abbiamo incontrato la troupe brasiliana che ha in progetto di girare il film "The Mountain" (La Montagna) sui brasiliani durante uan delle battaglie di Monte Castello. Erano venuti per verificare le locations, girare il teaser e cercare l'appoggio delle comunità per la sua realizzazione.
Il ink alla pagina di The Mountain dove è possibile scaricare la sinopsi.