martedì 13 aprile 2010
Parla il regista Fred Kuwornu: "Ecco come è nato il documentario 'Inside Buffalo'"
"Parla il regista Fred Kuwornu: "Ecco come è nato il documentario 'Inside Buffalo'"
Cultura e Spettacolo : Interviste
del 06/04/2010 di Nazareno Giusti
LUCCA, 6 aprile - Grandissimo successo sta riscuotendo oltreoceano il documentario “Inside Buffalo” del regista italo-ghanese Fred Kuwornu che, in questi ultimi mesi, è stato impegnato in un tour promozionale presentando la sua opera alla Library of Congress di Washington, alla Biblioteca Nazionale degli Stati Uniti, in Senato, alla New York Film Academy e alla New York University.
Il tour è terminato con una presentazione riservata alle alte sfere del Governo Usa ospitata nella sede dell'ambasciata Italiana di Washington inserita nel programma delle celebrazioni del 65° anniversario della fine della seconda guerra mondiale.
“Inside Buffalo” narra le vicende storiche ed umane della 92ª Divisione dell'esercito americano. La 92° era composta, soltanto, da soldati di colore americani che dopo essere sbarcati a Napoli, furono impegnati sulla Linea Gotica, in Garfagnana e in Versilia. I “Buffalo Soldiers” “non combattevano solo contro il nemico nazista, ma anche contro un nemico interno: il razzismo dei propri alti ufficiali bianchi”.
L'opera di Kuwornu è stata fortemente sostenuta dal Comune di Barga, dalla Fondazione Banca del Monte, dalla Provincia di Lucca e dalla Fondazione Circolo Rossellini.
Quando le è venuta l’ idea di realizzare un documentario sulla “Buffalo”?
"Lavorando per circa tre mesi (in diversi ruoli) al film di Spike Lee, 'Miracolo a Sant'Anna', sono entrato in contatto, per la prima, volta con una storia a me sconosciuta: 15.000 soldati neri avevano combattuto in Toscana, nel 1944, liberando diverse città".
Il suo documentario inizia con una citazione di Frederick Douglass: “I neri sono stati cittadini americani tre volte nella storia: nel 1776, nel 1812 e nel 1865”...
"Le date rappresentano tre guerre importanti per gli Stati Uniti, a cui i neri, hanno contribuito inequivocabilmente. Il loro contribuito veniva richiesto solo per andare a combattere o per costruire la rete delle infrastrutture di strade e ferrovie. In poche parole solo nei momenti difficili e duri".
Perché la 92° Divisione fu inviata in Italia, a combattere sulle montagne, quando i suoi uomini erano stati addestrati nei deserti dell’Arizona?
"Purtroppo, l’esercito americano non aveva previsto un impiego esatto della 92°. Nel 1940 i neri arruolati nell’esercito erano 400, solo a seguito delle pressioni delle associazioni afroamericane si decise di costituire delle divisioni di soldati neri, che però dovevano essere separate dalle divisioni dei soldati bianchi. Quello dell’invio in Italia della 'Black Division' fu, quasi, un’ esperimento".
I soldati neri non era la prima volta che combattevano in Europa...
"La 92° divisione era stata impiegata con successo nella Prima Guerra Mondiale. Aveva combattuto in Francia ricevendo medaglie importanti, che furono sminuite dal governo americano".
È veramente una straordinaria coincidenza che mentre lei stava per terminare il suo documentario, veniva eletto Barack Obama….
"Sì, è vero, una cosa a cui neanche io avrei mai pensavo. Obama è sceso in campo quando lo script del documentario era finito, ma mano a mano che procedevo con le interviste, il senatore Obama sfidava e vinceva la Clinton e McCain. Proprio in questi giorni ho inviato una copia del documentario al presidente Obama, ricordandogli che il primo nero ad essere eletto senatore degli Stati Uniti fu Edward Brooke , ex veterano della 92° divisione che combatté in Italia".
Nel suo documentario, Enio Mancini (uno dei superstiti all’eccidio di S.Anna di Stazzema) allora bambino, ricorda il primo impatto con un soldato nero. Il suo ricordo, sincero e dolce, è simile a quello di molti anziani della zona che ancora si ricordano, con molto affetto, di quei soldati. Per molti era la prima volta che vedevano un uomo di colore. L’ impressione iniziale era di paura, e poi subito dopo di straordinaria amicizia e fratellanza.
"Sì è vero. Nel mio documentario ho voluto anche includere la drammatica storia di questa strage per ricordare ai giovani cosa successe in quell’estate prima dell’arrivo della Buffalo”.
Bisogna dire che a distanza di tantissimi anni c’è ancora molto affetto per quei soldati…
"Tantissimo, enorme. Gli Italiani, i toscani non si sono mai dimenticati di questi soldati. L’attuale sindaco di Barga, fu il primo a riconoscere il valore di questi soldati anticipando di almeno 20 anni quello che solo in seguito fece l’amministrazione americana".
Il tenente Fox, durante la battaglia di Sommocolonia, compì un atto di grande eroismo. In Italia, però, a parte il suo documentario e la meritoria opera dell’amministrazione comunale barghigiana, la sua figura non è molto conosciuta. In America è ricordato ?
"Il gesto di Fox, che ha sacrificato la propria vita nella battaglia di Sommocolonia, è rimasto per molti anni sconosciuto alle alte sfere militari fino a che, nel 1997, l’allora presidente Bill Clinton, decise che la storia della 92° andava premiata e ricordata così come molte altre unità dell’esercito USA".
Qual'è oggi la situazione di soldati afroamericani nell’esercito U.S.A.?
"Oggi è decisamente cambiata, gli afroamericani, dalla guerra del Vietnam (forse la prima guerra in cui erano la maggioranza), hanno assunto ruoli chiave nel comando, molti di loro sono generali a 4 stelle".
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