sabato 5 settembre 2009

Danzica 70 anni dopo, Merkel: «Un miracolo l'Europa pacificata»


Da "Il Messaggero" del 1 settembre 2009
Danzica 70 anni dopo, Merkel: «Un miracolo l'Europa pacificata»
La cancelliera: «Mi inchino davanti ai 60 milioni di vittime» Anche Putin ammette gli errori

ROMA (1 settembre) - Sotto il monumento agli eroi di Westerplatte si celebra oggi il 70/mo anniversario dello scoppio della seconda guerra mondiale. Sono giunti nella città polacca una ventina di capi di governo, fra cui il premier russo Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
La trasformazione pacifica dell'Europa dopo «il terrore e la violenza» della seconda guerra mondiale è un «miracolo», ha detto la cancelliera tedesca nel suo discorso alle commemorazioni. «Nulla può esprimere meglio la differenza fra oggi e l'anno 1939 come l'amicizia fra i nostri popoli» europei, ha aggiunto.
«Mi inchino davanti ai 60 milioni di vittime» della seconda guerra mondiale, ha detto ancora la cancelliera tedesca nel passaggio più toccante del suo discorso. Ha poi aggiunto alla rete Tv Ard che la Germania ha la colpa di avere scatenato la guerra ma anche l'espulsione di oltre 12 milioni di tedeschi dopo il '45 dalla Polonia fu «un'ingiustizia e deve essere detto».
Putin ammette gli errori. Anche da Putin, un accennato atto di contrizione, anche se non le scuse tanto attese dai polacchi per il patto Hitler-Stalin, firmato il 23 agosto 1939 dai ministri degli esteri Ribbentrop-Molotov con cui tacitamente Russia e Germania si accordavano per spartirsi la Polonia. Tutti i patti stretti con la Germania nazista nel '34-'39 erano «moralmente inaccettabili», ha ammesso Putin includendovi quindi tacitamente anche quello Hitler-Stalin. «Dobbiamo ammettere gli errori, il nostro paese l'ha fatto, il parlamento russo ha condannato il patto Molotov-Ribbentrop, abbiamo il diritto di aspettarci la stessa cosa anche dagli altri paesi che hanno fatto accordi con i nazisti», ha detto.
Anche la Polonia ha fatto oggi la sua parte di ammissioni ma ha rimandato i rilievi di Putin al mittente: «fu un errore e un peccato» che la Polonia partecipasse alla divisione della Cecoslovacchia nel 1939, ha detto il presidente polacco Lech Kaczynski. «La Polonia lo sa ammettere», altri no, ha sottolineato alludendo a Mosca. Durante le celebrazioni inoltre aveva onorato la memoria di «tutti i soldati che nella seconda guerra mondiale hanno lottato contro la Germania nazista e il totalitarismo bolscevico».
L'inizo della cerimonia. Poco dopo le 4.45, ora del primo colpo di cannone l'1 settembre 1939, partito dalla corazzata tedesca Schleswig-Holstein verso la base militare polacca, che segnò l'inizio dell'invasione della Polonia da parte della Germania nazista, è stato intonato oggi a Westerplatte l'inno nazionale polacco, la cui prima strofa recita: «La Polonia non è ancora morta».
Con l'inno è iniziata la prima parte delle commemorazioni riservata solo alle autorità polacche. «Westerplatte è il simbolo della resistenza eroica dei deboli contro più forti», ha detto Kaczynski ricordando i primi giorni della guerra quando la Polonia ha dovuto affrontare da sola l'invasione delle truppe di Hitler senza poter contare sull'aiuto di nessuno Stato. Facendo riferimento al Patto fra i ministri degli esteri tedesco e sovietico, Joachim Ribbentropp e Wienceslaw Molotov, e all'invasione dell'Armata rossa del 17 settembre 1939 dei territori orientali della Polonia, Kaczynski ha detto che si trattò di «un coltello messo alle spalle della Polonia».
Fra gli eventi tragici della guerra, Kaczynski ha menzionato l'Olocausto ma anche Katyn (la strage di ufficiali polacchi da parte dei sovietici nel '40). Facendo le debite differenze, Kaczynski ha detto che così come la Germania nazista sterminò sei milioni di ebrei «perché erano ebrei», l'Urss ha trucidato oltre 20mila ufficiali polacchi «perché erano polacchi».
Il premier Tusk ha ribadito che senza la memoria l'Europa non sarà veramente sicura. Il messaggio più breve e significativo è stato lanciato da uno dei quattro sopravvissuti dei difensori di Westerplatte. «Mai più la guerra», ha detto Ignacy Skowron, che assistito alla ceremonia su una sedia a rotelle.

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