giovedì 22 luglio 2010

Crimini nazisti in Italia, Corte internazionale dell’Aja nega risarcimenti alle vittime italiane

Da Direttanews.it del 21 luglio 2010 riportiamo l'articolo di Ferdinando Pelliccia

Crimini nazisti in Italia, Corte internazionale dell’Aja nega risarcimenti alle vittime italiane

La Corte internazionale di giustizia dell’ Aja ha respinto il ricorso presentato dall’ Italia che chiedeva alla Germania indennizzi alle vittime italiane dei crimini compiuti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Il ricorso è stato respinto con 13 voti su 14. Per i giudici internazionali la richiesta italiana ‘è irricevibile’. A questa sentenza l’Italia potrà fare appello entro il 14 gennaio prossimo. La Germania di fatto, ha ottenuto un grosso successo in quanto si era rivolta alla Corte ONU nel 2008 dopo che una sentenza della Corte di Cassazione italiana, nello stesso anno, aveva riconosciuto ai familiari di alcune vittime il diritto a ottenere indennizzi individuali da parte della Germania.

In particolare ai familiari di alcune vittime di una strage compiuta il 29 giugno 1944 quando 203 civili vennero massacrati dai soldati dell’esercito del Terzo Reich, a Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio, in Toscana. L’Alta corte italiana aveva quantificato l’indennizzo a circa 800mila euro. La cancelleria tedesca sulla base di un accordo del 1961, ha versato all’Italia un risarcimento per i danni di guerra una tantum pari a 40 milioni di vecchi marchi. Dopo di che ha negato ogni ulteriori indennizzo. Il successo acquisito ha una valenza particolare in quanto stoppa una possibile ‘corsa’ all’indennizzo se la sentenza, emessa da una corte internazionale, fosse stata sfavorevole. Commentando le determinazioni della Corte Internazionale l’avvocato Roberto Alboni, che per conto di un gruppo di familiari della strage di Civitella aveva richiesto l’indennizzo alla Germania, ha affermato: “Non è stato un successo della Germania, ma solo un passaggio tecnico che nulla cambia sul fronte degli indennizzi”. “In sostanza è solo un pronunciamento giurisdizionale. L’Aja ha dichiarato ‘irricevibile’ il ricorso dell’Italia verso la Germania, ma non si è pronunciata nel merito”, ha spiegato Alboni che ha concluso sottolineando come. “che sia la Germania o che sia l’Italia, alla fine di questa vicenda qualcuno pagherà e dovrà risarcire le famiglie delle vittime”. Il riferimento è al dibattito in corso, fuori del Parlamento per ora, dove è in discussione un disegno di legge presentato alla Camera nel giugno 2009 riguardante le misure di equa riparazione a favore delle vittime delle stragi nazifasciste. Un progetto di legge non ancora calendarizzato e di cui è il primo firmatario il deputato del Pd, Gianluca Benamati. Presentando il disegno di legge Benamati a suo tempo aveva sottolineato che: “esso si propone di superare il grave ritardo scontato dalle inchieste, che nel passato ha pregiudicato l’esito delle indagini con evidenti difficoltà nell’accertamento delle responsabilità”. Il disegno di legge dispone anche l’istituzione di un fondo a favore della conservazione della memoria storica di quegli eventi con attività di ricerca storica, azioni di supporto alla manutenzione e custodia di opere dedicate alla memoria delle stragi e diffusione della conoscenza storica nelle scuole. In virtù di questo il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, sempre del Pd, ha proposto l’istituzione di un museo per ricordare le stragi nazifasciste in Italia. Chiti ha anche individuato un possibile luogo in cui costituirlo: l’Altare della Patria a Roma.

Sono 695 le stragi compiute dai nazifascismi documentate negli archivi militari della Procura generale militare di Roma e rinvenute nel 1994. Episodi che hanno segnato la storia moderna dell’Italia: dalle fucilazioni indiscriminate alle rappresaglie ed eccidi perpetrati in tutto il territorio nazionale, specialmente in Toscana ed in Emilia Romagna. Sono nomi tristemente noti quelli dove tra il marzo e il settembre del 1944, a Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Vallucciole, San Godenzo, Monchio, Cervarolo, Tavolicci furono trucidati oltre 2.500 inermi civili, donne, vecchi e bambini.

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