martedì 7 settembre 2010

Davide Perlini: «A Londra con mia sorella in nome di papà»


Dal Resto del Carlino - Bologna, del 4 settembre 2010

«A Londra con mia sorella in nome di papà»
La vittoria di Davide Perlini

di GIANNI LEONI

—LAGARO (Castiglione dei Pepoli)—
UN URLO: «Davide!». E subito la risposta: «Heather!». Poi, gli occhi negli occhi, le mani nelle mani, un abbraccio senza fine e la morsa di un’emozione che portava alle lacrime. «Sono sfinito dalla gioia», sintetizza Davide Perlini appena rientrato da Londra. E del resto, un momento così lo aspettava dai giorni dell’infanzia, quando insisteva per avere notizie del padre, e la mamma si limitava ogni volta a ribadire che «è un militare inglese, non so dove si trova e comunque finché io sono al mondo non devi cercarlo».
LA MAMMA se n’è andata da tempo e Davide Perlini, fin dal giorno dopo e da allora un minuto dopo l’altro, ha dedicato tutta l’esistenza al fantasma di quell’uomo, David Jackson, arrivato a Lagaro con la divisa da portaordini durante la Seconda guerra mondiale e ripartito a bombe appena mute dopo una breve parentesi d’amore con la giovane Fernanda Perlini. Lei rimase incinta e lui divenne un’ombra. Dov’era finito? E perché non aveva mai risposto alla lettera dell’innamorata? Un’ossessione, per Davide, quelle domande e tante altre. Via, allora, con le ricerche tra parrocchie e ministeri, uffici e testimoni, giornali, radio e tv, eppoi di porta in porta, con viaggi, rientri e nuove partenze.
POI, a 65 anni, finalmente una traccia dal nulla. «Ho scoperto che mio padre era il quinto di otto fratelli, che è morto, ma che a Londra aveva una figlia, Heather — racconta Perlini —. L’ho contattata e ci siamo conosciuti. Tra la folla dell’aeroporto ho sentito un urlo: ‘David!’. L’ho vista e ho riconosciuto, in lei, il padre che avevo cercato tanto. E’ stata un’emozione sconvolgente per entrambi. Le ho parlato di me, della mia vita di padre
senza padre e lei mi ha raccontato del marito Robert, appassionatissimo di moto italiane, e della grande sorpresa di avere un fratello italiano. Con mia moglie Emma sono stato alcuni giorni ospiti a casa di Heather. Presto verrà a trovarmi a Bologna e io l’accompagnerò a Lagaro, dove nostro padre
conobbe la mamma».
LA NOTIZIA dell’incontro tra l’inglese e l’italiano ha preso spinta e di voce in voce ha fatto subito molta strada. Le famiglie dei fratelli di David Jackson sono sparse in Spagna, in Canada, in altri Paesi, e tutti i componenti sono stati sorpresi e contenti di scoprire di avere un cugino. «Spero di conoscere tutti, prima o poi. In ogni caso ho già in programma un nuovo viaggio da mia sorella. Insieme andremo in Scozia, nel paese dov’è nato papà e dove ancora si trova la sua casa. E intanto, in un certo senso, sto vicino a mio padre. Heather mi ha regalato alcuni suoi oggetti: un distintivo, un basco, due sciarpe e una cintura. Li aveva in un cassetto e non li ha mai lavati e così è ancora possibile cogliere l’odore di chi li portava e quindi toccare la sua anima. Adesso sono contento. Qui si ferma il mio cammino. Ho realizzato il mio unico, grande sogno: quello di avere un padre».

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