giovedì 21 maggio 2009

Donne e uomini in guerra


Dal Blog "Pensare in un altra luce" abbiamo preso questa interessante riflessione: "Donne e Uomini in guerra"
i parla delle guerre, di chi vince, di chi perde, dei morti in battaglia, ma si parla poco degli effetti “collaterali”, cioè di come la guerra cambi l’uomo dentro, lo renda un’altra persona, spesso violento, spesso depresso e a volte suicida, a volte non è solo un pericolo per i suoi nemici, ma anche per i suoi compagni o compagne o per se stesso.
Nelle basi americane in Iraq le scritte sono ovunque: «Non aggiratevi per il campo da sole dopo il tramonto». «Cercate una compagna per andare alle docce». E ancora: «In caso di aggressioni a sfondo sessuale possiamo aiutarvi: rivolgetevi a.....». È un fenomeno sempre più difficile da tenere nascosto quello degli abusi sessuali sui militari donne nelle fila delle Forze armate americane, soprattutto in Iraq e Afghanistan. Tempo fa, il Pentagono ha pubblicato dati da cui emerge che nel 2006 un terzo delle veterane ha dichiarato di essere stata molestata sessualmente - in modo fisico o verbale - mentre era sotto le armi, per lo più dagli uomini con cui si trovavano a servire: nello stesso anno, le denunce per abusi sessuali sono state 2688 e il 60% riguardava casi di stupro subiti mentre in servizio. Numeri contestati dalle associazioni di supporto ai veterani e da Helen Benedict, professore della Columbia University di New York e autrice di uno studio in materia: secondo Benedict, la percentuale di veterane che ha subito aggressioni sessuali è addirittura di un terzo, mentre fra il 71 e il 90% di loro ha vissuto molestie di tipo verbale.
Più dell' 11% dei soldati attualmente schierati nei due paesi sono donne: più in generale, le donne costituiscono il 15% delle forze militari attive e il 20% di quelle generali. Un incremento dovuto sia all' allargamento delle maglie del reclutamento scattato dopo il 2003 sia all' impiego in teatri di guerra dei componenti delle Guardia nazionale, una forza tradizionalmente impegnata all' interno degli Stati Uniti e con una componente femminile più alta. Per loro, denunciano le associazioni di supporto ai veterani, la tensione è enorme: «Subiscono, come tutti i militari, le conseguenze dello stress psicologico e quelle di eventuali ferite fisiche. In più, corrono il rischio di essere abusate e se questo capita sono sole - dice Suzanne Avila-Smith, fondatrice di Women Organizing Women - se un militare viene ferito in Iraq è trasferito in Germania e curato. Se una donna ha subito uno stupro non c' è nessuna forma di assistenza in Iraq: la risposta più comune che riceve è "torna al lavoro". Poi, se è coraggiosa, sporge denuncia e inizia un iter lunghissimo e molto duro dal punto di vista psicologico». Come molte delle persone attive nel supporto ai veterani, Avila-Smith denuncia l' immobilismo del dipartimento della Difesa.
Ma bisogna anche ricordare i traumi che si portano dentro i soldati che tornano a casa. E a raccontarlo sono due film importanti. La valle di Elah, che parla dei soldati americani tornati dall’Iraq e Valzer con Bashir che racconta la storia del regista Ari Folman in un film d’animazione e che ho recensito su Abbracci e popcorn qui e qui. Vale la spesa di andarli a vedere.

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