martedì 16 novembre 2010
Una lezione di storia «dal vivo»
Dalla Gazzetta di Reggio Emilia del 14 novembre 2010
Una lezione di storia «dal vivo»
Villa Minozzo: studenti dello Iodi al processo per la strage di Cervarolo
VILLA MINOZZO. Una lezione di storia contemporanea "dal vivo". E' questa l'esperienza degli alunni della 5ª classe dell'istituto Don Zeffirino Iodi che mercoledì e venerdì hanno partecipato alle udienze del processo che si sta celebrando a Verona contro 11 ufficiali dell'esercito tedesco accusati di crimini di guerra per l'uccisione di civili a Cervarolo e Civago, il 20 marzo 1944. Jessica Leto, Federica Zurlini, Natalia Bandalac, Sabrina Loukili, Stefania Nulchis, Alessio Fornaciari e Cristina Colosimo, accompagnati dai lori insegnanti di diritto e di storia, hanno seguito alcune fasi del processo e così raccontano le loro impressioni. «E' stata un'esperienza importante - affermano - perchè ci ha permesso di conoscere una vicenda storica, così come ricostruita da esperti, il Generale dei carabinieri Roberto Delia, ci ha spiegato come era strutturato l'esercito tedesco e due ricercatori storici, il professor Massimo Storchi e la professoressa Paola Rovatti, che hanno ricostruito il contesto storico, vale a dire l'occupazione tedesca e la Resistenza. Ho avuto la sensazione di una attualizzazione alla storia e delle vicende che la compongono, troppo spesso illustrato soltanto in modo astratto e poco studiato a scuola». Conoscevate già i fatti dei quali si è parlato in tribunale? «Li conoscevo soltanto sommariamente e devo dire che oggi mi pare di poterli conoscere molto meglio e di potermi fare una mia opinione più solida e costruttiva. Ne avevo soltanto sentito parlare. Ora sono convinta che la storia, soprattutto quella recente, debba essere meglio conosciuta ed approfondita, perché è parte del nostro passato. Credo che la storia recente debba essere studiata come parte della nostra vita presente, come attualita». Cosa vi ha colpito di più? «Mi ha colpito molto la descrizione dei fatti, in particolare, mi ha impressionato sentir raccontare come siano state pianificate operazioni militari che prevedevano di coinvolgere e colpire i civili. La cosa che mi ha colpito di più è stato il racconto sul trattamento dei civili, donne e bambini strappati alle loro case, uomini usati come "portatori" delle munizioni e successivamente uccisi. Mi ha impressionato molto quando hanno parlato dell'uccisione di una donna incinta e dei suoi bambini di tre, cinque e sei anni. Altrettanto importante è stato il racconto relativo all'uccisone degli uomini radunati sull'aia di Cervarolo, massacrati a colpi di mitragliatrice che sparava da pochi metri, non più di due, di distanza».
Avete qualche considerazione da fare? «Quanto è stato detto mi ha fatto riflettere sulla guerra e sui suoi orrori, anche sulle troppe guerre in corso. Ho pensato che, probabilmente, cose simili a quelle narrate, episodi come le stragi di Monchio, Cervarolo, Civago, si verificano ancora oggi. E' stata una importante lezione, oltre che di storia anche di vita. Ho capito che non ci sono guerre giuste. Al più si ha il diritto e forse il dovere di difendere una propria libertà. Come facevano i Partigiani, ragazzi che avevano la nostra età. Dobbiamo imparare a conoscere il nostro passato per saper vivere il presente ed apprezzare e difendere quelli per cui sono morti per la nostra libertà e giovani della nostra età».
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