giovedì 12 novembre 2009

Monzuno-Pianoro: Il ponte Bailey diventa un monumento


DA STRUMENTO BELLICO A PROTAGONISTA DELLA MEMORIA
Il ponte Bailey diventa un monumento
Inserito nell’itinerario storico-turistico «Linea Gotica». Ma tanti sono ancora in servizio


Il Resto del Carlino, del 1° novembre 2009
di ANDREA FONTANA

IL PONTE, il ponte. Ben imballato e rimesso a nuovo, pronto a rientrare in servizio nonostante il suo foglio di primo congedo abbia la data del 1944, venduto a peso come rottame ma capace di suscitare emozioni alla stregua di una ragazza persa di vista nel dopoguerra, e che rivedi per caso sfogliando un giornale; o, nella fattispecie, i bandi d’asta di un’amministrazione pubblica desiderosa di svuotare il magazzino e fare cassa. Ora che il ponte Bailey americano messo in vendita dalla Provincia di Forlì — ne avevamo dato notizia su queste pagine domenica scorsa — è stato effettivamente acquistato con un blitz (tanto efficace quanto di rapidità mai vista prima nel mondo delle pubbliche istituzioni) dai Comuni bolognesi di Pianoro e Monzuno, al sindaco di quest’ultimo municipio, Marco Mastacchi, si è presentato con le lacrime agli occhi un tecnico comunale.
DA EX CAPOSQUADRA del Genio militare, il tecnico si è offerto di montare gratuitamente il colosso— 400 quintali di incomodo ospite restato 64 anni in deposito dalla fine della guerra, 24 metri di campata divisa in moduli da incastrare l’uno nell’altro — lavorando anche di sabato e domenica. E non basta: da Livergnano, altra cittadina - simbolo dei combattimenti sulla Linea Gotica nell’appennino bolognese - una ditta di movimento terra si è offerta di trasportare gratis il ponte da Forlì alla sua nuova destinazione. Sì, perché come progettato dall’Istituto dei Beni culturali (Ibc) della Regione — che per primo si è accorto della messa in vendita del veterano di ferro, e che con tempi assolutamente non italiani ha mobilitato i municipi bolognesi permettendo in poco più di tre giorni di rastrellare le risorse, 25mila euro, e accaparrarsi il residuato—il ponte andrà a fare parte del Progetto regionale Linea Gotica, inserendosi nell’itinerario storico-turistico che porta da Monte Adone a Livergnano. Collegherà, in località Sant’Ansano, le due sponde del torrente Savena. «Lungo l’itinerario della Gotica in Emilia — dice Vito Paticchia, il funzionario dell’Ibc che da molti anni è l’anima e il motore del Progetto Linea Gotica — abbiamo altri progetti del genere, come un ponte pedonale a Vergato, sulla Porrettana, per collegare la tappa che da Monte Pero va a Monte Salvaro. I ponti hanno un significato simbolico, di superamento delle divisioni, e, se si vuole, anche dei fronti di combattimento ». Sarà, ma i ponti Bailey sono stati, nell’anno di avanzata 1944 in Romagna, e nella primavera successiva nelle valli allagate del Ravennate e del Ferrarese, uno strumento di guerra. Erano la spina dorsale dell’immane flusso di rifornimenti necessario per un esercito altamente meccanizzato come quello alleato. Colonne interminabili di camion, dopo lo sfondamento dei fronti, rullavano sulle assi di legno dei Bailey per sospingere un po’ più in là l’avanzata, portando gasolio, munizioni, pezzi di ricambio.
SPESSO NON ce ne accorgiamo, ma di quei muti testimoni è ancora pieno il paesaggio della nostra regione. Arrugginiti, ammaccati, venati di tubi di scolo, rinforzati da pilastri in cemento, a volte perfino asfaltati, sono tanti i ponti Bailey sistemati nel primissimo dopoguerra a scavalcare canali, fossati, torrenti, per recuperare, in territori devastati, i collegamenti viari. Ci sono giganti noti, come il ponte sul Po a Mesola, nel Ferrarese, o ancora molto trafficati, come il glorioso Bailey sul fiume Reno, lungo cento metri, sulla strada che da Boschi porta a Passo Segni, tra Malalbergo e Baricella. Ci sono testimoni delle ultime battaglie dell’Argenta gap, nel 1945, come il ponte lungo l’Argine Agosta, nel parco regionale del Delta del Po, che attraversa le valli di Comacchio. E ci sono Bailey in posti inaspettati, come quello all’ingresso di una delle località turistica più note della Romagna, Milano Marittima: molto degradato, è in via Baldini, sul canale dell’argine sinistro del Savio, e permette l’accesso al Centro ippico ‘le Siepi’ e al lago Tortuga.

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