Dal "Resto del Carlino - Bologna" dell'8 gennaio 2011
Dalla terra riemergono una croce e un elmetto
Sono i resti di due soldati
Si tratta di tedeschi. Ritrovati con il metal detector
di PAOLO BRIGHENTI—PIANORO— «QUANDO, dopo tre ore di scavi, sono venuti alla luce un elmetto tedesco e un frammento di cranio, l’emozione è stata davvero tanta!». Salvatore Licciardone che, assieme ad Antonio Arca, ha ritrovato domenica scorsa i resti di due soldati tedeschi, ricorda gli attimi che hanno portato alla luce ciò che restava dei militari caduti durante il secondo conflitto mondiale. Tutto è iniziato diverso tempo fa, dai racconti degli anziani di Livergnano che ricordavano la presenza di una croce piantata ai bordi di un dirupo nella frazione pianorese che, nel ‘lungo inverno del 44’, si trovava in piena Linea Gotica. I due ricercatori, che collaborano con il locale ‘Museo Winter-Line’ diretto da Umberto Magnani, hanno cominciato a setacciare minuziosamente un ampio territorio prima di giungere alla scoperta dell’altro ieri. Con il supporto del metal-detector e scavando in profondità, di circa 70 centimetri, sono giunti al rinvenimento dei due soldati caduti. I due corpi, presumibilmente colpiti da proiettili di mortaio, erano stati sepolti con i loro oggetti personali.
OLTRE agli elmetti sono stati ritrovati una gavetta con le iniziali M.T. SS, un coltello da tasca, i bottoni e le fibbie di due divise, un paio di scarponi da alpino tedesco ancora allacciati e diversi caricatori. Un’ipotesi sulla causa del tragico episodio di guerra è supportata da un grosso frammento di bomba da mortaio incastrata fra la tibia e il perone. I resti dei due corpi, dopo i rilevamenti del caso, sono stati esaminati dal comandante della stazione dei carabinieri di Pianoro. Al termine degli accertamenti, saranno portati al cimitero di guerra della Futa che si trova sulla ex-strada statale della Futa che collega Bologna a Firenze. Riposeranno per sempre insieme agli oltre 30mila camerati sepolti nei dodici ettari del più grande cimitero tedesco in Italia, iniziato nel 1961 e inaugurato nel giugno del 1969, mentre gli oggetti personali rinvenuti, saranno esposti al ‘Museo Winter-Line’ di Livergnano. Inizieranno invece fra pochi giorni le indagini in collaborazione con il ‘Museo di guerra’ di Dresda, che potrebbero portare a individuare l’identità dei due militari tedeschi. Un elemento che potrebbe risultare di estrema importanza per dare ampio respiro alle ricerche di una
scoperta storica di rilevante interesse.
IN QUESTO ritrovamento si conferma quindi l’importanza e la vitalità del piccolo museo di Livergnano www.livergnano.org/the-winter-line/ che si trova in una grotta naturale, divenuto rifugio per carri armati tedeschi che, in assenza di ‘proiettili intelligenti’, non potevano essere in alcun modo colpiti. Qui sono custoditi innumerevoli reperti del secondo conflitto mondiale, poche armi ma molti oggetti che danno uno scorcio della vita quotidiana dei due eserciti, quello tedesco e quello alleato, che si affrontarono durante le battute finali che precedettero la liberazione del nostro Paese.
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