domenica 8 agosto 2010

Bimbi sulla Linea Gotica

Da Repubblica - Bologna del 6 agosto 2010

Bimbi sulla Linea Gotica
di Antonella Cardone


«La memoria talvolta è difficile da conquistare, perché chi ha vissuto avvenimenti atroci li ha introiettati in modo così profondo, che solo parlarne produce dolore», racconta il soldato inglese. «Si può sempre ricominciare con volontà, forza e sostegno reciproco. Non bisogna mai abbandonare la speranza in un futuro migliore», aggiunge l'emigrato che, vent'anni dopo, ha sposato una tedesca. Per mesi i ragazzi delle terze medie di Vado e Monzuno hanno ascoltato parole come queste, nelle storie di chi la guerra l'ha vissuta, sull'uno o sull'altro fronte della Linea Gotica. Hanno sentito le parole dei figli e dei nipoti del conflitto, hanno sfiorato i piccoli e grandi traumi dei ritorni in famiglia, delle faticose ricostruzioni di nuovi equilibri. Poi hanno preso carta e penna, e hanno scritto la sceneggiatura di un fumetto. E' nato così «La guerra dei padri raccontata ai figli - La complessità della memoria», che ripercorre la storia di Monte Sole attraverso i racconti di coloro che ne furono artefici volontari o involontari. Con il contributo di Emil Banca, il Gruppo Studi Savena Setta Sambro lo ha pubblicato, e ora prepara la traduzione inglese affinchè la storia possa arrivare anche in altri paesi. Il progetto è stato coordinato da Elisabetta Tosti, Massimo Turchi e da Sergio Tisselli per la fase artistica. «Con l' entusiasmo dei loro tredici anni e con una delicatezza inaspettatai ragazzi si sono avvicinati alle memorie personali e intime di chi ha vissuto quegli eventi come soldato alleato o come figlio di padri che hanno fatto scelte differenti o di madri la cui esistenza è stata segnata dalla guerra». «Abbiamo capito che in guerra non ci sono né vinti né vincitori, ma solo profonde ferite da rimarginare», raccontano gli studenti. E così, con la leggerezza che solo il fumetto riesce dare, con gli occhi dei ragazzi di 13 anni, si rivive la storia di Udo Sdrer, avvocato che difende i diritti degli immigrati, è tornato più voltea Monte Sole, per chiedere scusa dei delitti del padre, un colonnello delle SS di cui non ha voluto prendere il cognome. Si riascolta: «Sei un figlio della guerra, ma non te ne devi vergognare», quel che ripeteva mamma Fernanda a Davide Perlini, il quale per 65 anni ha tenuto fede alla promessa fatta alla donna di non cercare mai il padre, un militare scozzese. Scomparsa lei, lo ha ritrovato pochi anni fa. «In guerra si è molto giovani, non si provano sentimenti ma si è costantemente impegnati nell'azione. Quindi grazie per avermi fatto ricordare - a parlare è il soldato Desmond Bruges rivolto ai ragazzi di Vado e Monzuno - perché la luce della memoria deve sempre rimanere accesa».

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