domenica 5 luglio 2009

«Quel duello col mitra sui monti»


L'Informazione, 30 giugno 2009 (Cronaca di Modena)
«Quel duello col mitra sui monti»
«Ecco come morì 65 anni fa il comandante Lupo»

di Rolando Balugani

In questi giorni ricorre il sessantacinquesimo anniversario di un episodio importante e controverso della Resistenza in Appennino:la divisione della formazione partigiana «Stella Rossa», che avvenne il 28 giugno 1944 a casa Rubini (Zocca). Una parte dei combattenti andò con il vice comandante Melchiorre Sugano,che proseguì per Montefiorino, mentre la maggioranza si unì al comandante «Lupo» (Mario Musolesi), che fece ritorno a Monte Sole di Marzabotto. Il battaglione di Sugano combatté la storica battaglia di Montefiorino (31 luglio, 1, 2, 3 agosto 1944), lasciando diversi uomini sul terreno (imboscata del Passo delle Forbici, 2 agosto). E la formazione del «Lupo» venne poi annientata il 29 settembre dalle famigerate SS di Reder. Sulla morte del «Lupo» sono state fornite le versioni più fantasiose, tutte tese a screditarlo e a mettere in cattiva luce l’operato della «Stella Rossa». Si disse che fu ucciso dai suoi compagni perché non seguiva le direttive del Cummer e del Pci (uno dei sostenitori di questa tesi era don Dario Zannini, parroco di Sasso Marconi, autore del libro «Marzabotto e Dintorni»). Altri sostennero che era stato ucciso dai suoi per impossessarsi della cassa; e infine si disse che era stato sorpreso a letto con la fidanzata e ucciso senza il tempo di reagire. Dal processo al Tribunale militare di La Spezia, concluso nel novembre 2007 con la condanna all’ergastolo di nove componenti del battaglione Reder (tutti ufficiali e sottufficiali) è stata fatta finalmente piena luce sulla morte del «Lupo». E dalla documentazione acquisita dagli archivi tedeschi si rileva che «Lupo» fu ucciso, il 29 settembre 1944 (primo giorno della strage) in uno scontro con il portaordini della prima compagnia, Kurt Wolfle. L’incontro fu occasionale:i due combattenti, vedendosi, ingaggiarono uno scontro a fuoco a viso aperto, sparando raffiche di mitra l’uno contro l’altro. A un certo punto «Lupo», o per aver finito le munizioni o perché gli si era inceppata l’arma, non fu più in grado di rispondere al fuoco. Wolfle gli si avvicinò e lo freddò a bruciapelo, strappandogli i distintivi da comandante della «Stella Rossa». Il soldato tedesco venne insignito della massima decorazione al valor militare per aver ucciso un famoso capo partigiano in un epico duello individuale. La circostanza fu ricostruita dalla testimonianza dall’ex capitano SS Josef Baumann, comandante della prima compagnia di cui faceva parte Wolfle, che la riferì nel processo contro Reder a Bologna (1951). A questo punto si può ben dire che la medaglia d’oro al valor militare a Mario Musolesi «Lupo» è più che meritata.

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