Da Forum - CHIOSCHETTO del 6 luglio 2011
Eccidi nazisti 1944 sull'Appennino, 9 ergastoli
Stragi dei nazifascisti sull'Appennino, la sentenza: nove ergastoli per cinque eccidi
Dopo ore di Camera di consiglio, la lettura del giudiceVERONA (6 luglio 2011) - Sono passati 67 anni. Oggi per le stragi naziste commesse nel 1944 sull'Appennino tosco-emiliano, il Tribunale militare di Verona ha condannato all'ergastolo nove ex ufficiali e sottoufficiali tedeschi che oggi sono tutti circa novantenni. La sentenza del Tribunale militare riguarda in particolare le stragi operate a Monchio, Costrignano e Susano nell'alto crinale del modenese, Cervarolo nel Reggiano e Vallucciole di Arezzo. Tutti i condannati appartenevano alla divisione Hermann Goering, impegnata a debellare la Resistenza che massacrò anche la popolazione civile, oltre 140 persone vennero uccise nel marzo del '44 nel Modenese. Mentre 24 furono i martiri di Cervarolo. I condannati sono: Ferdinand Osterhaus, 93 anni, ex sottotenente; Alfred Luhmann, 86 anni, ex caporale; Fritz Olberg, 89 anni, ex sottotenente; Wilhelm Karl Stark, 90 anni ex sergente; Helmut Odenwald, 91 anni, ex capitano; Hans Georg Karl Winkler, 88 anni, ex sottotenente; Erich Koeppe, 91 anni, ex tenente; Karl Friedrich Mess, 89 anni, ed Herbert Wilke, 92 anni. Per altri tre accusati la Corte ha deciso di non procedere in quanto già deceduti. La sentenza è stata letta dal giudice Vincenzo Santoro dopo ore di Camera di consiglio. Sono stati ristabiliti risarcimenti per i parenti delle vittime, per i comuni interessati, per l'Anpi e la Regione Emilia-Romagna.
Alla lettura del verdetto hanno assistito alcuni parenti delle vittime e le istituzioni delle città e comuni coinvolti nella vicenda, tra i quali il sindaco modenese di Palagano, Fabio Braglia e quello reggiano di Villa Minozzo, Luigi Fiocchi. Il primo cittadino di Villa, la cui frazione di Cervarolo fu colpita dalla strage, ha detto: "Da lungo tempo aspettavano giustizia. La nostra cittadina pagò il tributo di 24 civili uccisi, lasciando intere generazioni nella miseria. Una sentenza esemplare".
IL GIORNO DELLA SENTENZA - Dopo una udienza molto breve, senza repliche, la Corte si è già riunita per decidere. Per oggi, infatti, è prevista, al tribunale militare di Verona, la sentenza per le stragi nazifasciste del marzo del 1944, tra le quali quella avvenuta il 20 marzo sull’aia di Cervarolo, dove i tedeschi, arrrivati nel paese con l’aiuto dei fascisti della Gnr, per tutta la giornata avevano tenuto prigionieri gli uomini che erano riusciti a rastrellare anche a Civago. Poi li massacrarono tutti e diedero fuoco al paese. I morti alla fine furono ventiquattro. Solo due giorni prima, il 18 marzo, l'obiettivo delle stesse unità militari era stato invece il confinante crinale modenese del Dragone-Secchia. Le vittime furono allora centotrentuno.
I responsabili di quelle stragi avevano potuto nascordersi, fino al 1994, perché i documenti sulle stragi naziste e fasciste erano state tenuti nascosti dal dopoguerra nel cosidetto ”armadio della vergogna", fortunosamente ritrovato a Roma. Le indagini condotte dalla Procura militare di La Spezia hanno portato a un processo che ha preso avvio nel novembre 2009 presso il Tribunale militare di Verona. Un pullman organizzato dall’Anpi e Alpi è partito questa mattina per Verona.
La sentenza e' stata letta in tarda serata dal Giudice Vincenzo Santoro dopo una lunga camera di consiglio. Hanno atteso pazientemente per ore nello spazio riservato al pubblico nell'aula del tribunale militare di Verona, dove sono arrivati anche in pullman assieme ai loro sindaci i familiari delle vittime delle stragi naziste compiute nell'Appennino tosco-emiliano nel 1944 ed hanno ascoltato in silenzio la sentenza letta alle 21 dal presidente Vincenzo Santoro, con la quale tutti gli imputati sono stati condannati ad almeno un ergastolo per gli eccidi che sono costati la vita a 140 civili.
"E' una sentenza storica - ha detto Italo Rovali, presidente dell'Associazione Vittime di Cervarolo (Reggio Emilia) -, ritengo che le testimonianze che abbiamo fornito siano state determinanti. Siamo stati forti, non abbiamo mai mollato e la nostra tenacia ha vinto".
"Dobbiamo dare atto ha tutti i familiari delle vittime - ha detto Fabio Braglia, sindaco di Palagano (Modena) - che hanno seguito il processo fin dalle prime battute e si sono costituiti parte civile insieme a noi". "Volevamo giustizia per le vittime dell'eccidio e finalmente l'abbiamo avuta - ha aggiunto - e noi siamo qui vicino a loro, li abbiamo sempre sostenuti, per portare alla luce la storia dei nostri paesi".
Inoltre lo Stato tedesco, non perseguibile penalmente, è stato condannato civilmente a risarcire i familiari delle vittime perché all'epoca dei fatti non ha impedito che i propri connazionali si macchiassero di tali crimini. La Corte di Cassazione italiana, ricordiamo, aveva ribadito che gli Stati non possono pretendere la validità del principio di immunità, al quale si vuole invece rifare la Germania. Se al contrario passasse la linea che i diritti umani sono da considerare più importanti dell'immunità dello Stato, si creerebbe un precedente positivo che riguarderebbe non solo il 1944 ma anche le guerre future.
Per questo motivo, dopo un incontro fra Merkel e Berlusconi nel 2008, la Germania ha presentato azione legale presso la Corte Internazionale dell'Aia contro le decisioni dei tribunali italiani, di cui ancora si aspetta l'esito.
Il procuratore speciale per la Germania, avvocato Dossena, durante il dibattimento a Verona aveva espresso parere contrario rispetto alla richiesta di risarcimento a favore dei familiari delle vittime da parte dello Stato tedesco. Con la rinuncia all’immunità degli Stati, si rischierebbe, afferma l'avvocato: "la citazione in giudizio di qualsiasi Stato che abbia commesso violazioni anche dello ius belli gli Stati Uniti per le bombe al napalm in Vietnam."