mercoledì 27 gennaio 2010
Mercoledì 27 gennaio, ore 21,30 la strage di Monchio a Rainews24
Dal comunicato n. 60 della Provincia di Modena del 26 gennaio 2010
MERCOLEDÌ 27 GENNAIO, STRAGE DI MONCHIO A RAINEWS24
A VERONA DECISIONE DEL GUP SU NUOVI RINVII A GIUDIZIO
Si intitola "La malora" lo speciale di Rainews24 dedicato all'eccidio di Monchio, Costrignano e Susano che, a cura della giornalista Vera Paggi, andrà in onda mercoledì 27 gennaio, alle 21,30, in occasione della Giornata della memoria. Il servizio, con la fotografia di Paola Nessi, ripercorre le vicende che portarono all'uccisione di 138 civili il 18 marzo del 1944 da parte di un battaglione della divisione "Herman Goering".
Oltre a interviste a testimoni del massacro e a parenti delle vittime, il reportage giornalistico propone anche immagini fotografiche inedite di alcuni degli imputati per i quali è iniziato il processo al Tribunale militare di Verona. Previste anche le interviste allo storico Claudio Silingardi e all'avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile della Provincia di Modena e di decine di familiari delle vittime.
Proprio mercoledì 27 gennaio, inoltre, è prevista la decisione del Gup del Tribunale di Verona sul rinvio a giudizio di altri tre imputati, oltre ai sei per i quali il procedimento è già giunto alla seconda udienza: Erich Koeppe, 90 anni, tenente dello Stato maggiore del III reparto della Goering, e i due caporali, entrambi di 84 anni, Horst Günther Gabriel e Alfred Lühmann. L'accusa è di concorso in omicidio plurimo pluriaggravato e continuato.
I sei militari già imputati sono: Hans Georg Karl Winkler, 87 anni, sottotenente, comandante della quarta compagnia; Fritz Olberg, 88 anni, sottotenente, comandante di plotone della terza compagnia; Wilhelm Karl Stark, 89 anni, sergente, comandante di squadra della terza compagnia; Ferdinand Osterhaus, 92 anni, sottotenente, comandante di plotone della quinta compagnia; Helmut Odenwald, 90 anni, capitano, comandante della decima batteria artiglieria contraerea; Günther Heinroth, 84 anni, soldato della terza compagnia
lunedì 25 gennaio 2010
Giorgio Diritti e il cast in tour in Emilia Romagna per "L’Uomo che verrà"
Riceviamo Da Vera Usai di Aranciafilm
Dopo il successo al Festival di Roma e dopo la calorosa accoglienza della critica è iniziata finalmente l’avventura in sala de “L’uomo che verrà”, il nuovo film di Giorgio Diritti.
In occasione dell'uscita del 22 gennaio, la Fice Emilia Romagna sta promuovendo, con il sostegno della Regione, un tour del regista e del cast nelle sale d’essai per accompagnare l’uscita del film che riveste un’importanza storica particolare per il territorio.
Di particolare significato anche l’interesse mostrato dalle scuole per le quali l’ufficio Agiscuola regionale ha già in cantiere una trentina di proiezioni mattutine in occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) e nei giorni seguenti.
Questi gli appuntamenti di oggi e della prossima settimana:
- 24 gennaio - Bergamo, Cinema Del Borgo. Alle 17.00 incontro con il regista Giorgio Diritti, ak termine della proiezione del primo spettacolo.
- 25 gennaio – Cesena, Cinema Eliseo. Alle ore 21.00 saluto del protagonista Claudio Casadio. Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
- 26 gennaio - Reggio Emilia, Cinema Rosebud. Alle ore 21.00 saluto del protagonista Claudio Casadio e della co-sceneggiatrice e produttrice Tania Pedroni.
Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
- 27 gennaio – Forlì, Cinema Saffi d’essai multisala. Alle ore 20.30 saluto del protagonista Claudio Casadio. Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
- 3 febbraio – Rimini, Cinema Cineteca. Alle ore 21.00 saluto del protagonista Claudio Casadio. Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
Dopo il successo al Festival di Roma e dopo la calorosa accoglienza della critica è iniziata finalmente l’avventura in sala de “L’uomo che verrà”, il nuovo film di Giorgio Diritti.
In occasione dell'uscita del 22 gennaio, la Fice Emilia Romagna sta promuovendo, con il sostegno della Regione, un tour del regista e del cast nelle sale d’essai per accompagnare l’uscita del film che riveste un’importanza storica particolare per il territorio.
Di particolare significato anche l’interesse mostrato dalle scuole per le quali l’ufficio Agiscuola regionale ha già in cantiere una trentina di proiezioni mattutine in occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio) e nei giorni seguenti.
Questi gli appuntamenti di oggi e della prossima settimana:
- 24 gennaio - Bergamo, Cinema Del Borgo. Alle 17.00 incontro con il regista Giorgio Diritti, ak termine della proiezione del primo spettacolo.
- 25 gennaio – Cesena, Cinema Eliseo. Alle ore 21.00 saluto del protagonista Claudio Casadio. Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
- 26 gennaio - Reggio Emilia, Cinema Rosebud. Alle ore 21.00 saluto del protagonista Claudio Casadio e della co-sceneggiatrice e produttrice Tania Pedroni.
Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
- 27 gennaio – Forlì, Cinema Saffi d’essai multisala. Alle ore 20.30 saluto del protagonista Claudio Casadio. Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
- 3 febbraio – Rimini, Cinema Cineteca. Alle ore 21.00 saluto del protagonista Claudio Casadio. Al termine della proiezione incontro con il pubblico.
giovedì 21 gennaio 2010
L'uomo che verrà: la programmazione nelle sale italiane
Le città e le sale italiane dove il film sarà in programmazione dal 22 gennaio 2010:
CAMPANIA
1. NAPOLI - “Delle Palme”
EMILIA-ROMAGNA
1. BOLOGNA - “Rialto” & “Lumiere”
2. CASTEL SAN PIETRO TERME - “Jolly”
3. CESENA - “Astra”
4. FAENZA - “Sarti”
5. FERRARA - “Apollo”
6. FORLÌ - “Saffi” (dal 27/01)
7. MODENA - “Filmstudio”
8. PARMA - “D'Azeglio”
9. PIACENZA - “Nuovo Jolly” (dal 26/01)
10. RAVENNA - “Astoria”
11. REGGIO EMILIA - “Rosebud”
12. RIMINI - “Cineteca”
13. SAVIGNANO SUL PANARO - “Bristol”
14. SASSO MARCONI - “Marconi”
15. ZOCCA - “Roma”
LAZIO
1. ROMA - “Eden”
2. ROMA - “Nuovo Sacher”
3. ROMA - “Quattro Fontane”
LIGURIA
1. GENOVA - “Ariston”
2. LA SPEZIA - “Nuovo”
LOMBARDIA
1. MILANO - “Anteo”
2. MILANO - “Eliseo”
3. MILANO - “Mexico”
4. BERGAMO - “Del Borgo”
5. CREMONA - “Chaplin”
6. GALLARATE - “Arti”
7. MONZA - “Capitol”
8. PADERNO DUGNANO - “Metropolis”
9. SESTO SAN GIOVANNI - “Rondinella”
10. VARESE - “Nuovo”
MARCHE
1. ANCONA - “Galleria”
2. FERMO - “Sala Degli Artisti”
3. PESCARA - “Cinema Massimo”
PIEMONTE
1. TORINO - “Romano”
2. ALESSANDRIA - “Comunale”
PUGLIA
1. BARI - “Bari Film Festival” (il 27/01)
2. BARI - “Splendor” & “Esedra” (dal 29/01)
SARDEGNA
1. CAGLIARI - “Il Vicoletto”
SICILIA
1. CATANIA - “Ariston”
2. PALERMO - “Aurora”
3. SCIACCA - “Badia Grande”
4. TRAPANI - “King”
TOSCANA
1. FIRENZE - “Portico”
2. CHIUSI - “Clev Village”
4. PRATO - “Borsi”
5. SIENA - “Nuovo Pendola
VENETO
1. PADOVA - “Multiastra”
2. PORDENONE - “Zero”
3. UDINE - “Visionario”
4. VENEZIA - “Giorgione”
5. VICENZA - “Odeon”
Palazzo Municipale – Sala di Rappresentanza
Piazza Grande, 5 – Modena
presentazione del volume di
Claudio Silingardi
ALLE SPALLE DELLA LINEA GOTICA
Storie luoghi musei di guerra e resistenza
in Emilia Romagna
Edizioni Artestampa 2009
Presiede
Giuliano Albarani
Presidente Istituto Storico di Modena
Saluti di
Giorgio Pighi
Sindaco di Modena
Elena Malaguti
Assessore Istruzione, Politiche Giovanili, Cultura e Sport della Provincia di Modena
Andrea Landi
Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Interventi di:
Stéphanie Boissard
Maison d’Izieu, Mémorial des enfants juifs exterminés, Projets Italie
Paolo Pezzino
Docente di storia contemporanea dell’Università di Pisa
Sarà presente l’autore
mercoledì 20 gennaio 2010
Il diario della strage scritto dagli umili: capolavoro al cinema, cast eccezionale
Dal Corriere della Sera del 20 gennaio 2010
Sugli schermi / «L'uomo che verrà»
Il diario della strage scritto dagli umili: capolavoro al cinema, cast eccezionale di Paolo Mereghetti
Già premiato a Roma, Giorgio Diritti offre un esempio (raro) di nuovo stile e di non ostentata classicità
Al Festival di Roma aveva vinto il Gran premio della Giuria e quello del Pubblico (con qualche scorno per chi non l’aveva selezionato a Venezia) e oggi inaugura — speriamo beneaugurante—la distribuzione della rinnovata Mikado, passata di mano (da DeAgostini a Tatò) nell’autunno scorso. «L'uomo che verrà», ambientato nelle colline bolognesi vicino a Marzabotto, racconta la dura vita quotidiana della famiglia contadina Palmieri, dall’inverno 1943 all’autunno 1944: i nazisti presidiano con determinazione la Linea gotica, i partigiani si impegnano nell’infastidire e sabotare le azioni degli occupanti e i civili cercano di campare alla meno peggio, subendo le intimidazioni degli uni e le richieste degli altri, mentre la vita non può che continuare il suo percorso: Lena (Sansa) porta in grembo l’«uomo che verrà» a cui fa riferimento il titolo, la cognata Beniamina (Rohrwacher) spera di migliorare la sua condizione andando a servire a Bologna, il marito Armando (Casadio) si dibatte tra i vincoli della mezzadria e le imposizione fasciste, tutti, insieme ai contadini che abitano nella stessa cascina, condividendo la dura vita quotidiana e quel che resta della voglia di trovarsi insieme a ballare o chiacchierare.
A guidare lo spettatore c’è lo sguardo curioso di Martina (Zuccheri Montanari), la figlia di Lena e Armando, diventata muta dopo la morte di un precedente fratellino e trepidante custode di quello in arrivo: grazie a lei conosciamo i comportamenti delle truppe naziste, le fughe precipitose nei nascondigli tra i boschi, le azioni dei partigiani, le morti e le sconfitte, ma soprattutto l’inevitabile intrusione della guerra, e della sua violenza, nella vita di tutti i giorni. Il fratellino nascerà nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 e la Storia ci ha già detto che cosa succederà negli stessi giorni: in nome di un’agghiacciante esigenza di «bonifica territoriale», i nazisti rastrellano più di ottocento persone, soprattutto donne, bambini e anziani, che uccidono senza nemmeno la giustificazione di una rappresaglia. Non anticipiano il destino dei personaggi che abbiamo conosciuto e che il film mostra con documentata partecipazione ma sarebbe ingiusto ridurre L’uomo che verrà a una, pur corretta, ricostruzione della strage di Monte Sole (Marzabotto è solo uno dei comuni della zona, quello più conosciuto).
Diritti guarda oltre, alla sofferenza e alla disperazione di tutti coloro che il cinismo del linguaggio definisce come «danni collaterali», al dolore e alla tragedia di quegli inermi che pagano sulla propria pelle la follia della guerra. Per farlo non amplifica le occasioni di spettacolo o di suspense. Non gli interessa — giustamente — farci palpitare per chi si salva perché dietro a ogni vita risparmiata ce ne sono troppe distrutte. Piuttosto vuole farci riflettere sulle assurdità delle guerre e delle violenze. E non tanto in nome di un pacifismo razionale ma per un’umanissima empatia con le vittime. A quegli uomini, quelle donne e quei bambini che vanno incontro alla morte ci siamo affezionati vedendo la grama vita quotidiana, sentendo il loro odore di terra o di stalla e soffrendo la loro stessa povertà, ascoltando la durezza di una lingua che ha le stesse asprezze dei volti (per questo era necessario far parlare tutti in dialetto; per questo non disturbano i necessari sottotitoli). Diritti filma tutto con uno stile che sarebbe piaciuto a Bazin e a chi come lui rivendicava al cinema la capacità di restituire sullo schermo la forza della realtà: gira dal vero, mescola volti di professionisti (Sansa, Rohrwacher, Casadio: tutti eccellenti) a altri presi sul posto (la piccola Greta Zuccheri Montanari ma anche i tanti vecchi dei luoghi, alcuni, da giovani, testimoni del vero eccidio nazista), evita luoghi comuni e cadute retoriche. E riesce a regalarci una delle più belle prove di un cinema finalmente necessario, di altissimo rigore morale e insieme di appassionante e coinvolgente forza civile. Un capolavoro.
Paolo Mereghetti
Sugli schermi / «L'uomo che verrà»
Il diario della strage scritto dagli umili: capolavoro al cinema, cast eccezionale di Paolo Mereghetti
Già premiato a Roma, Giorgio Diritti offre un esempio (raro) di nuovo stile e di non ostentata classicità
Al Festival di Roma aveva vinto il Gran premio della Giuria e quello del Pubblico (con qualche scorno per chi non l’aveva selezionato a Venezia) e oggi inaugura — speriamo beneaugurante—la distribuzione della rinnovata Mikado, passata di mano (da DeAgostini a Tatò) nell’autunno scorso. «L'uomo che verrà», ambientato nelle colline bolognesi vicino a Marzabotto, racconta la dura vita quotidiana della famiglia contadina Palmieri, dall’inverno 1943 all’autunno 1944: i nazisti presidiano con determinazione la Linea gotica, i partigiani si impegnano nell’infastidire e sabotare le azioni degli occupanti e i civili cercano di campare alla meno peggio, subendo le intimidazioni degli uni e le richieste degli altri, mentre la vita non può che continuare il suo percorso: Lena (Sansa) porta in grembo l’«uomo che verrà» a cui fa riferimento il titolo, la cognata Beniamina (Rohrwacher) spera di migliorare la sua condizione andando a servire a Bologna, il marito Armando (Casadio) si dibatte tra i vincoli della mezzadria e le imposizione fasciste, tutti, insieme ai contadini che abitano nella stessa cascina, condividendo la dura vita quotidiana e quel che resta della voglia di trovarsi insieme a ballare o chiacchierare.
A guidare lo spettatore c’è lo sguardo curioso di Martina (Zuccheri Montanari), la figlia di Lena e Armando, diventata muta dopo la morte di un precedente fratellino e trepidante custode di quello in arrivo: grazie a lei conosciamo i comportamenti delle truppe naziste, le fughe precipitose nei nascondigli tra i boschi, le azioni dei partigiani, le morti e le sconfitte, ma soprattutto l’inevitabile intrusione della guerra, e della sua violenza, nella vita di tutti i giorni. Il fratellino nascerà nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 e la Storia ci ha già detto che cosa succederà negli stessi giorni: in nome di un’agghiacciante esigenza di «bonifica territoriale», i nazisti rastrellano più di ottocento persone, soprattutto donne, bambini e anziani, che uccidono senza nemmeno la giustificazione di una rappresaglia. Non anticipiano il destino dei personaggi che abbiamo conosciuto e che il film mostra con documentata partecipazione ma sarebbe ingiusto ridurre L’uomo che verrà a una, pur corretta, ricostruzione della strage di Monte Sole (Marzabotto è solo uno dei comuni della zona, quello più conosciuto).
Diritti guarda oltre, alla sofferenza e alla disperazione di tutti coloro che il cinismo del linguaggio definisce come «danni collaterali», al dolore e alla tragedia di quegli inermi che pagano sulla propria pelle la follia della guerra. Per farlo non amplifica le occasioni di spettacolo o di suspense. Non gli interessa — giustamente — farci palpitare per chi si salva perché dietro a ogni vita risparmiata ce ne sono troppe distrutte. Piuttosto vuole farci riflettere sulle assurdità delle guerre e delle violenze. E non tanto in nome di un pacifismo razionale ma per un’umanissima empatia con le vittime. A quegli uomini, quelle donne e quei bambini che vanno incontro alla morte ci siamo affezionati vedendo la grama vita quotidiana, sentendo il loro odore di terra o di stalla e soffrendo la loro stessa povertà, ascoltando la durezza di una lingua che ha le stesse asprezze dei volti (per questo era necessario far parlare tutti in dialetto; per questo non disturbano i necessari sottotitoli). Diritti filma tutto con uno stile che sarebbe piaciuto a Bazin e a chi come lui rivendicava al cinema la capacità di restituire sullo schermo la forza della realtà: gira dal vero, mescola volti di professionisti (Sansa, Rohrwacher, Casadio: tutti eccellenti) a altri presi sul posto (la piccola Greta Zuccheri Montanari ma anche i tanti vecchi dei luoghi, alcuni, da giovani, testimoni del vero eccidio nazista), evita luoghi comuni e cadute retoriche. E riesce a regalarci una delle più belle prove di un cinema finalmente necessario, di altissimo rigore morale e insieme di appassionante e coinvolgente forza civile. Un capolavoro.
Paolo Mereghetti
giovedì 14 gennaio 2010
Strage di Monchio Potrebbero diventare nove gli imputati al processo
Da "La Gazzetta di Modena" del 13 gennaio 2010, pagina 22
Strage di Monchio Potrebbero diventare nove gli imputati al processo
PALAGANO. Potrebbero presto diventare nove gli imputati al processo che si svolge al tribunale militare di Verona per la strage di Monchio, Costrignano e Susano da parte di un battaglione della divisione Herman Goering. Agli attuali sei imputati, per i quali il procedimento è già alla seconda udienza, si potrebbero aggiungere anche Erich Koeppe, 90 anni, tenente dello Stato maggiore del III reparto della Goering, e i due caporali, di 84 anni, Horst Gunther Gabriel e Alfred Luhmann. Mercoledì 27 gennaio sarà il Gup del tribunale di Verona a stabilire il rinvio a giudizio di Koeppe; per i due caporali sarà chiesta dal pm sulla base delle prove emerse nelle scorse settimane dalle rogatorie internazionali «che contengono specifiche ammissioni, come nel caso del diario di guerra che Luhmann era solito scrivere in quegli anni» ricorda l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile della Provincia e di decine di familiari delle vittime, che si assocerà alla richiesta di De Paolis. La riunione dei due processi potrebbe avvenire nella prossima udienza il 4 marzo. Nell’udienza del 17 dicembre, il tribunale ha accolto le costituzioni di parte civile di altri 27 familiari delle vittime dell’eccidio che sono diventate 77, oltre a Provincia, Comune di Palagano, Regione e Anpi.
Strage di Monchio Potrebbero diventare nove gli imputati al processo
PALAGANO. Potrebbero presto diventare nove gli imputati al processo che si svolge al tribunale militare di Verona per la strage di Monchio, Costrignano e Susano da parte di un battaglione della divisione Herman Goering. Agli attuali sei imputati, per i quali il procedimento è già alla seconda udienza, si potrebbero aggiungere anche Erich Koeppe, 90 anni, tenente dello Stato maggiore del III reparto della Goering, e i due caporali, di 84 anni, Horst Gunther Gabriel e Alfred Luhmann. Mercoledì 27 gennaio sarà il Gup del tribunale di Verona a stabilire il rinvio a giudizio di Koeppe; per i due caporali sarà chiesta dal pm sulla base delle prove emerse nelle scorse settimane dalle rogatorie internazionali «che contengono specifiche ammissioni, come nel caso del diario di guerra che Luhmann era solito scrivere in quegli anni» ricorda l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile della Provincia e di decine di familiari delle vittime, che si assocerà alla richiesta di De Paolis. La riunione dei due processi potrebbe avvenire nella prossima udienza il 4 marzo. Nell’udienza del 17 dicembre, il tribunale ha accolto le costituzioni di parte civile di altri 27 familiari delle vittime dell’eccidio che sono diventate 77, oltre a Provincia, Comune di Palagano, Regione e Anpi.
venerdì 8 gennaio 2010
Gaggio Montano, maggio 2009: I veterani della Decima Mountain Division in visita a Gaggio Montano
L'articolo è presto da "Gente di Gaggio" n. 40, dicembre 2009:
I veterani della Decima Mountain Division in visita a Gaggio Montano
Ricordo di Fabio Gualandi
Anche quest'anno, alla fine di maggio, diciasette Veterani della Decima Mountain Division U.S.a:, accompagnati da amici e da familiari, sono tornati in visita sulla nostre montagne dove nel lontano 1945 combatterono contro un esercito agguerrito.
Gaggio Montano li ha accolti con tutti gli onori. Quest'anno della delegazione dei Veterani faceva parte la signora Cindy Ripley True, figlia del Veterano Robert Ripley.
La signora Ripley True ha chiesto di poter raggiungere la cima del monte Torraccia e durante il percorso ha spiegato che suo padre, morto da poco tempo, l'aveva pregata di farlo cremare e di spargere le sue ceneri sul monte Torraccia, dove egli, il 21 febbraio 1945 durante i combattimenti volti a conquistare il monte, aveva visto morire accanto a se tanti suoi cari amici.
Accompagnata dagli alpini Roberto e Giovanni la signora ha raggiunto la cima del monte, dove si è fermata emozionata; poi nel silenzio che regnava e fissando il cielo con le lacrime agli occhi, ha incominciato a spargere le ceneri di suo padre Robert recitando sottovoce una preghiera.
A ricordo di questo gesto nobile, assieme a Roberto e Giovanni abbiamo pensato di collocare sul posto una targa di bronzo quale testimonianza di questo significativo avvenimento.
I veterani della Decima Mountain Division in visita a Gaggio Montano
Ricordo di Fabio Gualandi
Anche quest'anno, alla fine di maggio, diciasette Veterani della Decima Mountain Division U.S.a:, accompagnati da amici e da familiari, sono tornati in visita sulla nostre montagne dove nel lontano 1945 combatterono contro un esercito agguerrito.
Gaggio Montano li ha accolti con tutti gli onori. Quest'anno della delegazione dei Veterani faceva parte la signora Cindy Ripley True, figlia del Veterano Robert Ripley.
La signora Ripley True ha chiesto di poter raggiungere la cima del monte Torraccia e durante il percorso ha spiegato che suo padre, morto da poco tempo, l'aveva pregata di farlo cremare e di spargere le sue ceneri sul monte Torraccia, dove egli, il 21 febbraio 1945 durante i combattimenti volti a conquistare il monte, aveva visto morire accanto a se tanti suoi cari amici.
Accompagnata dagli alpini Roberto e Giovanni la signora ha raggiunto la cima del monte, dove si è fermata emozionata; poi nel silenzio che regnava e fissando il cielo con le lacrime agli occhi, ha incominciato a spargere le ceneri di suo padre Robert recitando sottovoce una preghiera.
A ricordo di questo gesto nobile, assieme a Roberto e Giovanni abbiamo pensato di collocare sul posto una targa di bronzo quale testimonianza di questo significativo avvenimento.
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